Misurata per la prima volta, in modo indiretto, cioè in laboratorio, la reazione di fusione tra due nuclei di carbonio 12 che avviene nel cuore delle stelle e che rappresenta un punto chiave dell’evoluzione stellare.
La ricerca è stata realizzata ai Laboratori Nazionali del Sud dell’Infn, pubblicata sulla rivista Nature, è stata possibile grazie ad un ‘cavallo di Troia’, come viene definito, un metodo innovativo per lo studio delle reazioni stellari ed è stata realizzata utilizzando l’acceleratore Tandem van de Graaf dei LNS.
“Abbiamo scoperto –spiega Aurora Tumino, professore ordinario di Fisica Sperimentale presso l’Università Kore di Enna e associata Infn- che il fenomeno si verifica con una frequenza notevolmente più alta di quanto ipotizzato”.
La scienziata sottolinea che “i risultati ottenuti rappresentano il punto di partenza per comprendere alcuni misteri dell’Universo”. In particolare, prosegue Tumino, “grazie all’elevata probabilità che il fenomeno si verifichi, la combustione del carbonio può rappresentare la sorgente di calore che alimenta i cosiddetti ‘Superbursts’, violente e prolungate emissioni di raggi X prodotte in sistemi binari di stelle dove almeno una delle due è una stella di neutroni che risucchia massa dalla compagna“.
L’Infn segnal che il metodo del ‘cavallo di Troia’ è un metodo per lo studio di reazioni nucleari di interesse astrofisico che utilizza una reazione alternativa e più facile da misurare in laboratorio.E’ così chiamato, spiega l’Isituto, “perché per studiare, ad esempio, questa particolare reazione di fusione è necessario nascondere un nucleo di carbonio 12 in un nucleo di azoto 14, in modo da eludere la repulsione elettrostatica tra nuclei”.
Questo tipo di ricerca è condotta dal gruppo di ricerca di astrofisica nucleare dei Laboratori Nazionali del Sud fondato dal professor Claudio Spitaleri negli anni ’90.