Diabete: scoperta la molecola che ne limita i danni

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Dall’Irccs Neuromed di Pozzilli (Isernia) arrivano novità incoraggianti per i pazienti diabetici: una molecola sperimentale si è rivelata infatti capace di limitare il danno vascolare e l’eccessiva attivazione delle piastrine, due fattori cruciali nello sviluppo di patologie cardiovascolari.

E’ quanto emerge da un ricerca condotta dal laboratorio di Fisiopatologia vascolare dell’istituto molisano, condotta su tessuti animali e su sangue umano, e pubblicata sul ‘Journal of the American Heart Association’.

La molecola, in particolare, ha dimostrato la sua efficacia nella prevenzione della disfunzione endoteliale e l’iperattivazione piastrinica, due fattori che contribuiscono al rischio di infarto e ictus. Nei pazienti diabetici – ricordano dal Neuromed – le alterazioni dell’endotelio (il rivestimento interno dei vasi sanguigni) e l’eccessiva tendenza delle piastrine ad aggregarsi sono fenomeni molto importanti, poiché incidono nella formazione di trombi nei vasi sanguigni.

I ricercatori si sono concentrati sulla proteina Rac1, coinvolta nei processi infiammatori. Già precedenti studi condotti dallo stesso laboratorio avevano dimostrato che nei vasi sanguigni l’inibizione di Rac1 ha un’azione positiva sullo stress ossidativo, uno dei fattori chiave nella genesi della disfunzione endoteliale.

Con questo nuovo lavoro – che ha impiegato una molecola sperimentale capace di bloccare Rac1 – gli studiosi hanno dimostrato anche un’azione antipiastrinica.

“Abbiamo una combinazione di effetti molto interessante da parte di questa molecola – spiega Carmine Vecchione, professore dell’Università di Salerno presso l’Irccs Neuromed – Da un lato viene migliorata la funzione endoteliale, dall’altro viene limitata la capacità delle piastrine di aggregare tra loro. Potrebbe significare una importante riduzione di rischio in chi è affetto da diabete. Naturalmente – precisa – saranno necessari altri studi prima di arrivare a un impiego terapeutico, ma pensiamo che la modulazione di Rac1 sia una strada molto promettente per migliorare le prospettive cliniche di tanti pazienti”. 

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