“La cistite nelle donne è causa del 25% di assenze dal lavoro nell’arco di un mese. Eppure trascurano la patologia perché ignorano che l’urologo è il professionista in grado di risolvere definitivamente una condizione invalidante che può durare per anni. Occorre superare questi pregiudizi legati a una visione ‘maschile’ dell’urologia”.
L’invito arriva dal 13esimo congresso Urop (Urologi ospedalità gestione privata), che riunisce a Salerno circa 600 esperti tra urologi, andrologi, endocrinologi, sessuologi, ginecologi, biologi, psicologi e medici di famiglia.
“La cistite è una patologia che va assolutamente curata nelle fasi iniziali di insorgenza – spiega Stefano Pecoraro, presidente del congresso – Ne soffrono le donne di tutte le età, la malattia può insorgere anche senza nessuna patologia correlata. E’ necessario ricorrere subito a terapie specifiche per evitare la cronicizzazione della malattia, che rende la donna vulnerabile alterandone il suo stato sociale e sessuale. La prevenzione è fondamentale anche in questi casi. L’igiene e l’idratazione sono al primo posto. Anche le minzioni non devono essere rallentate, le ritenzioni di urina provocano sforzi all’interno del muscolo della vescica e ne alterano la sua contrattilità”, aggiunge Pecoraro, che è anche direttore del dipartimento di Urologia Gruppo Malzoni Neuromed Avellino.
Durante il congresso, aperto da una sessione dedicata alla live surgery in diretta via satellite dalle sale operatorie della Malzoni Neuromed, non sono mancati momenti dedicati alla presentazione di nuove tecniche chirurgiche mininvasive come i laser di nuova generazione e la radiofrequenza che permettono la conservazione della sessualità, soprattutto per l’eiaculazione e il ripristino di un’attività sessuale ottimale alterata dall’ingrossamento della prostata stessa.
“L’ipertrofia prostatica benigna sotto l’aspetto epidemiologico è la malattia più frequente nell’uomo, a partire già dai 40 anni. Questa trascuratezza fa innalzare la percentuale di pazienti: tant’è vero che circa il 90% degli 80enni ha la prostata ingrossata“, puntualizza Pecoraro.
“L’eiaculazione precoce affligge un’ampia fascia della popolazione. Chi soffre di questa disfunzione sessuale deve sensibilizzare il suo medico curante. E’ necessario capire se si tratta di una condizione reale o di un timore dell’uomo in merito alla propria prestanza fisica. Se l’eiaculazione risulti a tutti gli effetti precoce e questo condizioni la qualità del rapporto di coppia – sottolinea Angelo Porreca, presidente Urop – oggi si può procedere con una terapia locale spray abbinata a esercizi e training in grado di ritardarla”.
Per Vincenzo Mirone, direttore della Scuola di specializzazione in Urologia della Federico II di Napoli, “la qualità della vita incide non poco su due grandi malattie tra gli uomini. In Campania, per esempio, il tumore della vescica è strettamente correlato al fattore ambientale. Stesso discorso per l’infertilità. Ai nostri figli dobbiamo dire che già a 18 anni è il caso di effettuare uno spermiogramma”.