Braccio bionico: partita in Italia la prima sperimentazione 

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E’ partita in Italia la prima fase di sperimentazione per impiantare un braccio bionico. L’intervento preparatorio che utilizza una innovativa tecnica di reinnervazione muscolare, è stato effettuato oggi, presso Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma, su una donna di 27 anni che, tra qualche mese riceverà una protesi con l’obiettivo di riuscire a comandarla con il pensiero.

Obiettivo del progetto, condotto in collaborazione con il Centro Protasi Inail, è quello di offrire in futuro questa possibilità su larga scala a migliaia di pazienti amputati a livello della spalla presenti in Italia.

Realizzato dal professor Vincenzo Denaro, ordinario emerito di Ortopedia e Traumatologia dell’Ateneo, l’intervento sfrutta il muscolo grande pettorale reinnervandone i fasci attraverso le terminazioni dei nervi che una volta arrivavano fino alla mano del paziente, e trasformando questi fasci muscolari in ‘amplificatori biologici’ dei segnali nervosi che originariamente controllavano l’arto amputato.

Tra circa sei mesi alla donna operata oggi, e che aveva perso il braccio destro un anno e mezzo fa, potrà essere applicata una protesi di arto superiore che, mossa da sensibili elettrodi di superficie, le consentirà di impugnare un bicchiere.

Si tratta di “un intervento avveniristico, con pochissimi precedenti nel mondo”, sottolinea il professor Vincenzo Di Lazzaro, Ordinario di Neurologia presso UCBM e co-responsabile della sperimentazione.

Se la rieducazione funzionale di questi fasci andrà come speriamo, – aggiunge – quando dal cervello partirà  il comando per impugnare un oggetto, i tre grandi nervi genereranno delle contrazioni dei rispettivi fasci muscolari che gli elettrodi di superficie interpreteranno e trasformeranno in impulsi in grado di far muovere la protesi”.

Per la prima volta a eseguire questo delicato intervento è un italiano e per la prima volta si cerca di far muovere una protesi a partire dall’articolazione della spalla. Inoltre per la prima volta una operazione del genere viene realizzata nell’ambito di un progetto sperimentale di ricerca finalizzato a creare il primo Centro Nazionale Specializzato per interventi di questo tipo, che possa aprire un percorso di protesizzazione analogo anche a tanti altri soggetti che, per incidenti stradali, domestici o sul lavoro, perdono un arto superiore, ovvero circa 700 ogni anno in Italia. Questo intervento, dichiara Angelo Andretta, direttore del Centro Protesi Inail, costituisce uno snodo cruciale del progetto che ha come obiettivo quello di “rendere più fruibili protesi innovative e influire positivamente sulla qualità della vita dei nostri infortunati sul lavoro”.

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