La meteorologia riparte dai venti: ecco il satellite che potrebbe rivoluzionare le previsioni meteo

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La meteorologia riparte dai venti e lo fa grazie al satellite Aeolus, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) che per la prima volta cercherà di descriverli e capirne la rapidità con la quale cambiano direzione e intensità, nonché le conseguenze della loro circolazione sul clima globale.

“E’ un satellite importante perché può misurare i venti dalla superficie del suolo fino agli strati più alti dell’atmosfera”, ha osservato il meteorologo Alain Dabas, di Meteo France, che si trova a Tolosa per ‘salutare’ Aeolus prima della sua partenza per la base di lancio europea di Kourou (Guyana Francese).

Grandi attese e aspettative: se tutto va secondo i piani il satellite è infatti destinato ad apportare una vera rivoluzione nella misura dei venti in quota, con la possibilità di catturare in dettaglio ogni loro minimo cambiamento, strato dopo strato. Sarà in grado di inseguire polveri e gocce d’acqua nell’atmosfera misurandone la velocità e, con essa, quella dei venti che le spingono.

Sarà così possibile ricostruire il profilo dei venti, le quote alle quali si muovono e l’intera dinamica dell’atmosfera. Grande interesse da parte di tutta la meteorologia internazionale, con Meteo France in prima fila per utilizzare i dati che Aeolus comincerà a inviare e Terra non appena sarà pienamente operativo, fra marzo e aprile 2019.

L’Italia non è rappresentata in quanto al momento non ha un servizio Meteo nazionale, ma i suoi dati saranno comunque ricevuti e utilizzati dalle organizzazioni della Difesa specializzate in questo settore.

“Se i risultati saranno positivi – ha detto Dabas potremmo avere altri satelliti del genere”. Aeolus per i prossimi tre anni continuerà a inviare dati, ma fin da adesso bisogna pensare al futuro e l’ago della bilancia saranno proprio i servizi Meteo nazionali riuniti nel Centro Europeo per le previsioni Meteo a medio termine Ecmwf (European Centre for Medium-Range Weather Forecasts).

“Saranno loro a utilizzare i dati che Aeolus fornirà e a elaborarli per mettere a punto dei modelli”, ha spiegato il direttore dei programmi di Osservazione della Terra dell’Esa, Josef Aschbacher. Se alla fine dei tre anni di operazioni di Aeolus le agenzie Meteo nazionali lo richiederanno, l’Esa potrebbe prendere in considerazione il lancio di altri satelliti con le stesse caratteristiche di Aeolus e presentare quindi una proposta per una costellazione operativa.

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