Ricerca: alleanza Milano-Pechino contro cancro e invecchiamento

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Medicina tradizione cinese e oncologia molecolare: una ‘strana coppia’ che si forma al servizio della ricerca contro il cancro e le malattie legate all’invecchiamento. Un matrimonio che si celebra sull’asse Milano-Pechino, grazie a un accordo siglato dall’Ifom (Istituto Firc di oncologia molecolare) del capoluogo lombardo e l’Imm (Institute of Materia Medica) della capitale del Dragone.

Obiettivo: gettare un ponte tra la ricerca d’avanguardia occidentale e la medicina orientale, per individuare percorsi di ricerca integrati che aiutino a studiare meglio il meccanismo di azione di nuovi candidati farmaci antitumorali e antiaging.

“Due storie diverse, due approcci diversi – un background fortemente biologico quello che caratterizza Ifom, uno più traslazionale quello dell’Imm – ma uniti da profondi stima e rispetto reciproci”, si legge in una nota. Nonché “da un’expertise parallela nella ricerca farmacologica rigorosamente no profit, da una forte sintonia sugli obiettivi di lavoro, e soprattutto dalla certezza che questo approccio combinato si dimostrerà vincente nell’individuare soluzioni terapeutiche strategiche per affrontare patologie destinate a diffondersi sempre di più con l’inesorabile trend d’invecchiamento della popolazione”.

“L’obiettivo – afferma Marco Foiani, direttore scientifico dell’Ifom – è di creare un programma scientifico comune che si basi sulla combinazione e l’integrazione tra l’approccio chemioterapico e i composti naturali provenienti dalla medicina tradizionale cinese, di cui Imm è l’esponente di spicco”.

“Si tratta di un patrimonio conoscitivo e terapeutico millenario e vastissimo e l’effetto dei composti naturali è reale – assicura il ricercatore – ma i loro meccanismi d’azione e i target su cui agiscono sono ancora poco noti. Analizzare con metodo sistematico la loro interazione con i meccanismi molecolari che da decenni studiamo in Ifom, e promuoverne l’efficacia per patologie complesse come il cancro e le patologie neurodegenerative, è la sfida che ci prepariamo ad affrontare insieme”.

“La cooperazione avviata – dichiara Jian-Dong Jiang, direttore dell’Imm, Chinese Academy of Medical Sciences – costituisce un modello esemplare: abbinare risorse tecnologiche e competenze, e soprattutto operare una sinergia tra logiche occidentali e orientali nell’ottica di uno stimolo reciproco. Queste possono essere le premesse vincenti per individuare i meccanismi di crescita dei tumori e per individuare efficacemente le giuste terapie”.

La track history è già solida, osservano dall’Ifom: “Basti pensare che, degli oltre 1.500 farmaci sviluppati nel mondo negli ultimi 40 anni, più del 50% deriva da composti naturali. Un esempio su tutti arriva proprio dai laboratori di Imm: la scoperta del ruolo delll’artemisina per curare la malaria, che ha valso a Youyou Tu di Imm il Nobel nel 2015, proprio nello stesso anno in cui venne conferito a Tomas Lindahl, presidente del comitato scientifico di Ifom, per i suoi studi sui meccanismi di riparazione del Dna, altamente coinvolti nello sviluppo dei tumori e nei processi di invecchiamento”.

Insomma una collaborazione, quella tra Ifom e Imm, che è iniziata 3 anni fa con i premi assegnati da Stoccolma e che si concretizza oggi sotto l’egida del Consolato della Repubblica Cinese di Milano.

“Abbiamo prestato particolare attenzione a sostegno della cooperazione tra Imm e Ifom – evidenzia il console Guan Haibo – e riteniamo che il ponte tra la medicina cinese tradizionale e la medicina occidentale alla base dell’accordo sarà sicuramente di stimolo per un promettente processo di internazionalizzazione e modernizzazione. Auspichiamo che la cooperazione tra le due istituzioni possa produrre risultati che abbiano un impatto positivo sulla Salute umana“.

Per la Salute umana, così come per la circolazione dei cervelli: l’accordo siglato, su cui gli scienziati dei due istituti sono già da oggi attivi in un think tank per scambiarsi idee e concepire nuovi progetti, prevederà anche programmi di scambio reciproco e continuativo di studenti e ricercatori, e quindi di competenze e conoscenze non solo sul piano scientifico, ma anche formativo e culturale.

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