Cimice asiatica, come combatterla? La strategia di Australia e Nuova Zelanda

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Arriva dall’oceano e rappresenta un pericolo concreto per frutticoltura e orticoltura. Stiamo parlando della Brown Marmorated Stink Bug(BMSB), meglio conosciuta come cimice asiatica. L’insidioso insetto di provenienza orientale si nasconde tra i container, imballaggi e manufatti e sfrutta la globalizzazione per raggiungere nuove terre. Lo scorso anno, i governi di Australia e Nuova Zelanda sono corsi ai ripari rafforzando le misure restrittive per le importazioni di prodotti da Stati Uniti e Italia. Precauzioni necessarie, ma che non hanno fermato l’insetto asiatico: nel dicembre 2017, infatti, colonie di BMSB sono state rinvenute in Australia e Nuova Zelanda all’interno di container provenienti dall’Italia. Per questo motivo, la Nuova Zelanda e il Paese dei canguri hanno imposto l’obbligo di trattare preventivamente la maggior parte delle merci importate per la stagione 2018-2019. In Italia, il corretto trattamento fitosanitario degli imballaggi in legno, in conformità allo standard ISPM n. 15, è garantito dal marchio IPPC/FAO di cui Conlegno (Consorzio Servizi Legno Sughero) è Soggetto Gestore, dal 2005, attraverso il Comitato Tecnico FITOK.

“Occorre prestare massima attenzione e prevedere misure per fermare l’avanzata della BMSB e preservare la biodiversità – spiega Daniela Frattoloni, coordinatrice del Comitato Tecnico FITOK di Conlegno – Adottare buone prassi per la mitigazione del rischio fitosanitario non è solo responsabilità dell’imballatore ma deve essere un tema comune a tutti gli operatori che concorrono a una spedizione internazionale. Il controllo delle aree di stoccaggio della merce e la pulizia dei containers sono alla base di un buon sistema di prevenzione del rischio fitosanitario”.

La cimice asiatica, avvistata per la prima volta in Italia 6 anni fa, è arrivata nello Stivale viaggiando con le merci provenienti dall’Asia (Cina e Giappone) e dagli Stati Uniti, colonizzati dalla BMSB sul finire dello scorso millennio. Altamente polifaga ed estremamente resistente ai prodotti fitosanitari, è pericolosa soprattutto in estate quando colpisce diverse colture, come peschi, meli, peri, fagiolini, soia, kiwi e noccioli. Quando fa più freddo, invece, si rifugia in case, stalle, cabine di automezzi e container e, una volta al riparo, sopravvive per mesi grazie all’ibernazione per poi riprendere la sua attività distruttiva con l’innalzarsi della temperatura. È dunque l’inverno il momento in cui occorre fare maggiore attenzione in quanto è proprio in questo periodo che può avvenire la migrazione tramite lo scambio internazionale di merci. “È doveroso precisare però che l’imballaggio in generale, e quello in legno in particolare, non è veicolo di infestazione da parte della BMSB e non si può in nessun modo ritenerlo responsabile della stessa – spiega Alessandro Rapone, Presidente IFA (Imprese Fumigatrici Associate) e membro del Comitato Tecnico FITOK – Tuttavia alcuni tipi di imballaggio possono essere considerati dalla cimice asiatica un ottimo posto per lo svernamento; si consiglia quindi agli operatori, soprattutto in procinto di una spedizione imminente, di fare attenti controlli preventivi e adottare precisi accorgimenti”.

Le misure obbligatorie previste da Australia e Nuova Zelanda per la stagione 2018/2019 riguarderanno il trasporto via mare delle merci che partiranno dall’Italia nel periodo che va dal 1° di settembre al 30 aprile. I due Paesi dell’Oceania hanno deciso di implementare le misure di biosicurezza messe in campo nel 2017 e di allinearsi quanto più possibile in modo da facilitare gli scambi commerciali ed evitare possibili contenziosi. Inoltre, entrambi stanno valutando di estendere tali precauzioni ad altri paesi oltre ai già interessati Italia e USA. Le misure obbligatorie per la stagione 2018/2019 sono ancora in fase di finalizzazione ma è noto che saranno introdotti standard minimi per i trattamenti BMSB e per i fornitori di trattamento. Saranno inoltre accettati solo i certificati di trattamento provenienti da fornitori approvati e implementati i processi per impedire l’uso di certificati fraudolenti.

Ai fornitori di trattamento sarà inoltre richiesto di compilare un modulo che attesti il possesso di determinati requisiti prima di ricevere l’idoneità. In modo particolare dovranno provare di possedere le licenze e le qualifiche appropriate per eseguire i trattamenti, avere le attrezzature e i locali necessari per condurli e monitorarli in modo efficiente e disporre di sistemi e procedure per la gestione delle informazioni.

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