L’Hunley e gli 8 membri del suo equipaggio sono spariti nel febbraio 1864 dopo aver segnalato di aver posizionato cariche esplosive sullo scafo della nave USS Housatonic presso il porto di Charleston, risultando così il primo sottomarino del mondo in grado di affondare una nave nemica. Da quando il sottomarino è stato prelevato dal fondale dell’oceano nel 2000, gli scienziati lavorano per determinare perché non sia mai tornato in superficie.
Gli scienziati che lo stanno studiando hanno dichiarato che l’equipaggio non ha rilasciato un meccanismo di emergenza che avrebbe potuto far risalire il sommergibile in superficie velocemente. I 454 kg delle cosiddette taccate avrebbero mantenuto l’Hunley in posizione verticale, ma avrebbero anche potuto anche essere rilasciati tramite tre leve per far emergere il sottomarino velocemente in caso di emergenza, spiega l’archeologo Michael Scafuri, che lavora sul sottomarino da 18 anni.
Gli scienziati che hanno rimosso la corrosione e i sedimenti dal sottomarino hanno trovato tutte le leve bloccate nella loro posizione regolare, riporta Scafuri, che parla di un ulteriore indizio del fatto che “non ci fosse molto panico a bordo”. Le taccate non danno una risposta definitiva, ma forniscono gli indizi del fatto che l’equipaggio non pensava di dover riemergere velocemente o che non ha mai realizzato di essere in pericolo.
Il sottomarino era propulso dalla forza muscolare di sette degli otto uomini del suo equipaggio, che ne azionavano l’elica attraverso un lungo albero a gomiti. Secondo una teoria, gli uomini si stavano riposando sul fondale dell’oceano a 6 km dalla costa, aspettando il ritorno della marea per rendere il viaggio più facile, finendo per esaurire l’ossigeno oppure per rimanere bloccati. Altre teorie suggeriscono che l‘esplosione della nave abbia stordito l’equipaggio del sottomarino oppure che una nave accorsa per salvare alcuni dei membri dell’equipaggio della USS Housatonic lo abbia speronato mentre si stava immergendo.
Queste teorie non possono essere scartate, almeno non ancora, e forse non lo saranno mai, spiega Scafuri, che voleva lavorare sul mistero dell’Hunley per un anno o due come neolaureato nel 2000 e si ritrova ora a entrare nel suo 18° anno di studio del sottomarino, conservato in acqua dolce e fredda in una vasca da 283.900 litri a Charleston.
Scafuri ha affermato che gli piacerebbe molto scoprire cosa è successo davvero all’interno del sottomarino, lungo solo 12 metri e così piccolo che gli uomini non potevano stare dritti mentre giravano l’albero a gomiti. I prossimi passi prevedono ancora la rimozione della corrosione e dei sedimenti sullo scafo. In 18 anni, gli scienziati hanno scoperto una decina circa di reperti, ricostruito i volti dei membri dell’equipaggio e acquisito ulteriore conoscenza sulla scienza del sottomarino.