Il piede diabetico costituisce la complicanza più invalidante del diabete; le ulcere del piede diabetico sono, infatti, il primo segno di una processo patologico che potrebbe anche comportare una futura amputazione, parziale o totale, del piede interessato.
Le amputazioni degli arti inferiori sono quasi sempre precedute da un’ulcera (85%) e la probabilità che un paziente diabetico ha di incorrere in una lesione al piede nell’arco della propria vita è pari al 15%. Questa evoluzione può essere però evitata grazie al trattamento locale dell’ulcera e ad una più generale intensificazione della terapia per il diabete.
Per questo, sottolinea una nota, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli ha costituto un team multidisciplinare che garantisce “una gestione completa del paziente in regime di ambulatorio, day hospital o ricovero ordinario, in base alle necessita'”. Se ne è discusso, nell’Aula Magna “Gaetano Salvatore” dell’Azienda Ospedaliera, nel corso dell’evento su “Prevenzione e cura del piede diabetico: presentazione del Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale”.
Il PDTA è stato attivato presso il complesso ospedaliero federiciano. Aperto da Vincenzo Viggiani e Gaetano D’Onofrio, rispettivamente direttore generale e direttore sanitario dell’AOU, l’incontro, moderato dal giornalista Ettore Mautone, è stato articolato in due sessioni.
La prima, dal titolo “Il PDTA per la gestione del piede diabetico”, si è a sua volta dipanata in due tavole rotonde: inizialmente si e’ parlato dei molteplici aspetti relativi alle attivita’ di prevenzione e diagnostica con gli interventi di di Teresa De Pascale, dirigente medico della Direzione Sanitaria dell’AOU Federico II, Gabriele Riccardi, direttore dell’ UOC di Diabetologia, Gennaro Saldalamacchia, responsabile dell’ UOS del Piede Diabetico, Matteo Di Minno, del DAI di Medicina interna ad indirizzo specialistico, Giuseppe Giugliano del DAI Emergenze Cardiovascolari, Medicina Clinica e dell’Invecchiamento e di Ernesto Soscia del DAI di Oncoematologia, Diagnostica per Immagini e Morfologica e Medicina Legale; in seguito ci si è concentrati sugli aspetti relativi alla terapia e al trattamento chirurgico del piede dibatico con gli interventi di Francesca Mosella del DAI Chirurgia Generale e Specialistica, Umberto Marcello Bracale, responsabile dell’ UOSD di Chirurgia Vascolare, Karim Markabaui, Gianfranco Orlandino e Giuseppe Salvatore del DAI Chirurgia generale e specialistica, Giovanni Balato del DAI di Chirurgia generale e specialistica, Giovanni Esposito, Responsabile dell’ UOS di Angiologia, Eugenio Stabile del DAI di Emergenze Cardiovascolari Medicina Clinica e dell’Invecchiamento, Maddalena Zampi e Giovanni Vivona del DAI Nefrologia, Urologia e Chirurgia Generale e dei Trapianti di Rene, Anestesia e Rianimazione.
La seconda sessione ha visto l’intervento dei pazienti. Introdotti da Gaetano Amorico dell’Associazione Diabete Junior Campania, Fabiana Anastasio dell’Associazione Italiana Diabetici e Roberto Sepe dell’Associazione Diabetici Federico II è toccato ai malati portare il proprio contributo alla discussione, raccontando, attraverso le proprie esperienze personali e dirette, quanto un’attività di prevenzione e cura, seguita e monitorata in ogni sua fase da una rete di professionisti del settore in grado di fare squadra, “sia assolutamente fondamentale nel contrastare una patologia che può pregiudicare notevolmente anche i piu’ piccoli gesti della vita quotidiana”.
Il PDTA, quindi, e’ stato rilevato, “rappresenta una possibilità per i pazienti di accedere in tempi rapidi alle cure necessarie potendo contare su un gruppo di lavoro composto da diabetologi, chirurghi vascolari, angiologi, anestesisti esperti in terapia del dolore ed in terapia iperbarica, radiologi, ortopedici e chirurghi plastici”.