“Prima del 24 agosto 2016 la sismicità di fondo era molto bassa. Tutt’ora, dopo oltre 90mila eventi sismici, la sismicità di fondo è molto più alta di quella precedente al 2016, quindi per almeno uno o due anni continueremo ad avere una sismicità tale per cui la sequenza sismica nel centro Italia non è terminata. Anche se il grosso dell’energia sembra essersi liberato, non possiamo escludere possibili recrudescenze”. Così il presidente dell’Ingv, Carlo Doglioni, nel corso di una audizione alla commissione Terremoto del Consiglio regionale del Lazio.
“Quello che è stato misurato dagli accelerometri sparsi sul territorio nazionale è stato mediamente dall’1,8 fino a 4 volte più grande di ciò che le norme tecniche per la costruzione prevedevano. Questo pone un serio problema sulle scelte di prevenzione. La natura ci sta dicendo che i valori che abbiamo adottato per le costruzioni sono circa in media la metà di quelli che la natura esprime come scuotimento del suolo. Le norme tecniche di costruzione pongono molta attenzione sulla componente orizzontale del movimento, e quasi nulla su quella verticale”.
“Nel terremoto del 30 ottobre ci sono state zone soggette a un’accelerazione molto forte, in certi casi si è superato l’1g, e anche molto ampie, quasi 1000 kmq. Nella ricostruzione verranno adottati parametri per cui secondo le norme tecniche di costruzione l’ingegnere si tutela costruendo con 0,3g. Questo è un punto importante, è una scelta politica perché le norme tecniche dicono che se vogliamo semplicemente salvaguardare la vita e vogliamo cercare di economizzare costruiamo con 0,3, ma non è detto che l’edificio rimanga in piedi. È una scelta politica di investire di piu’ in ricostruzione”