Bergamo, bimbe morte di pertosse: vaccinare la mamma protegge l’85% dei neonati

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Vaccinare le mamme contro la Pertosse rafforza le difese immunitarie dei neonati contro la malattia in almeno l’85% dei casi, ma nonostante il vaccino antipertosse sia sicuro e gratuito pochissime madri lo scelgono. A spiegarlo all’ANSA è Susanna Esposito, ordinario di Pediatria presso l’Università degli Studi di Perugia e presidente dell’Associazione mondiale per le malattie infettive e disordini immunologici (Wadid).

“In quasi un caso su 3 è la mamma che trasmette al bimbo appena nato il batterio della Pertosse”, ha detto Esposito, ma è la stessa mamma che può trasmettergli la protezione per i primi sei mesi di vita, vaccinandosi durante la gravidanza. Eppure questo vaccino, in grado di proteggere dalla malattia tra il 70% e l’85% dei neonati e lattanti, in Italia, “è pressoché sconosciuto da donne in dolce attesa e dagli operatori sanitari“.

Ogni anno nel mondo si contano 16 milioni di casi di Pertosse e circa 195mila morti (Lancet, 2008). “Nel primo anno di vita questa malattia è caratterizzata da un tasso altissimo di complicanze, come encefaliti e polmoniti e un tasso di ospedalizzazione del 63%”, spiega. Per questo il vaccino antipertosse è obbligatorio per i nuovi nati. Ma, anche se pochi lo sanno, sarebbero necessari richiami ogni 10 anni.

Inoltre – precisa Esposito – il richiamo andrebbe fatto a ogni gravidanza, perché gli anticorpi possono attraversare la placenta e proteggere il nascituro nei primi 6 mesi di vita. Ma meno dell’1% delle gravide lo fa. Si va da regioni come la Puglia che l’hanno implementata negli ultimi anni a regioni in cui la vaccinazione viene addirittura sconsigliata dal ginecologo”. Se “manca la formazione degli operatori” abbondano invece le prove scientifiche dei benefici.

I dati di uno studio sulla rivista Clinical Infectious Diseases su 42mila donne vaccinate in gravidanza mostra che l’anti Pertosse riduce dell’85% i contagi nelle prime 8 settimane di vita del neonato e del 70% nei 3 mesi, poi la memoria anticorpale va scomparendo. Di qui la decisione di inserire questa vaccinazione come raccomandata e gratuita nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019 per le donne incinte.

“I dati di uno studio apparso sul Bmj su 20mila donne dimostrano che il vaccino è tollerato benissimo e non provoca effetti collaterali sistemici sulla mamma né tanto meno sul feto. Il momento più efficace è somministrarlo è nel terzo trimestre. Come viene fatto in modo sistematico in Usa, Inghilterra, Spagna e Belgio”. 

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