Con i voucher circa 50mila posti di lavoro occasionali possono essere recuperati con trasparenza nelle attività stagionali in campagna dove sono impiegati soltanto per le attività svolte da disoccupati, cassintegrati, pensionati e giovani studenti che non siano stati operai agricoli l’anno precedente.
E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nell’esprimere apprezzamento per l’approvazione definitiva del Dl Dignità che riapre le porte all’utilizzo dei voucher in agricoltura dopo il flop della riforma del 2017.
Con il loro ritorno in agricoltura – sottolinea Moncalvo – si riaffermano i principi originari senza gli abusi che si sono verificati in altri settori e si assicura al settore uno strumento agile, flessibile che semplifica rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestività tipica di una attività condizionata dalla natura ma che offre anche una opportunità di integrare il reddito delle categorie più deboli.
Ora – continua Moncalvo – occorre fare prestissimo per adeguare la procedura Inps affinchè le novità sui voucher tanto attese dalle imprese agricole siano immediatamente disponibili a partire dalla vendemmia che sta per iniziare e dove vengono impiegati la metà dei voucher utilizzati in agricoltura. Non vorremmo – conclude Moncalvo – che la burocrazia rallenti o addirittura vanifichi gli sforzi fatti dal Governo e dal Parlamento.
I voucher ritornano – spiega la Coldiretti – a dieci anni della loro introduzione in Italia che è avvenuta il 19 agosto 2008 con circolare Inps che per la prima volta autorizzava la raccolta dell’uva attraverso voucher con l’obiettivo di ridurre burocrazia, riconoscendo la specificità del lavoro agricolo. Nel corso degli anni successivi all’introduzione nel 2008 è stato allargata la possibilità di utilizzo alle altre attività di agricole ma – sottolinea la Coldiretti – il settore è rimasto fedele all’originaria disciplina “sperimentale” con tutte le iniziali limitazioni (solo lavoro stagionale e solo pensionati, studenti, cassintegrati e disoccupati) a differenza degli altri comparti produttivi.
Meno del 2% del totale dei voucher – afferma Coldiretti – è stato impiegato in agricoltura dove sono nati e rappresentano un valido contributo all’emersione del lavoro sommerso. Non è un caso – precisa la Coldiretti – che il numero di voucher utilizzati in agricoltura sia praticamente rimasto stabile dal 2011 senza gli abusi che si sono verificati in altri comparti. In agricoltura sono stati venduti negli ultimi cinque anni prima dell’abrogazione poco più di 2 milioni di voucher, più o meno gli stessi dei 5 anni precedenti, pari all’incirca a 350mila giornate/anno di lavoro. Il valore complessivo delle integrazioni di reddito accordate per le prestazioni a pensionati, studenti, cassintegrati e disoccupati ammonta – conclude la Coldiretti – a circa 22 milioni di euro all’anno mentre la regione dove sono stati più impiegati è il Veneto con poco più di ¼ del totale.