Abbandonata in un pozzo e condannata a una morte atroce, la cagnolina è stata salvata da un gruppo di turisti che si trovavano lì per caso. Scoperta anche una fossa con resti di altri animali, probabilmente morti nello stesso modo. LNDC denuncia e chiede che venga fatta chiarezza.
Un gruppo di ragazzi era in gita sull’Isola Lunga, di fronte a Marsala, quando la loro attenzione è stata catturata da dei deboli lamenti che arrivavano dal terreno e così hanno fatto la macabra scoperta: una fossa comune piena di scheletri di cani. Proprio accanto, in fondo a un pozzo, c’era invece una cagnolina adulta ancora viva ma in condizioni drammatiche. Tahiti, come l’hanno chiamata, era gravemente denutrita e infestata di parassiti e, se non fosse stata salvata, sarebbe sicuramente morta di lì a poco.
Dopo alcuni giorni di cure presso l’ambulatorio veterinario dove è stata portata, Tahiti è visibilmente migliorata e ha già ricevuto alcune richieste di adozione. Una tragica storia a lieto fine, ma non si può dire lo stesso di tutti gli altri cani che sono morti in quel posto. L’ipotesi più probabile, infatti, è che quella fossa venga usata da chi vuole sbarazzarsi del proprio cane, condannandolo a una morte atroce.
“Nella sfortuna, Tahiti è stata fortunata”, commenta Piera Rosati – Presidente LNDC. “Se quel gruppo di turisti non si fosse trovato lì per caso, anche lei sarebbe morta di fame e di sete come è probabilmente successo a tutti gli altri animali buttati in quella maledetta fossa. Ovviamente abbiamo già predisposto la denuncia per il suo abbandono, purtroppo contro ignoti, ma soprattutto chiediamo che si faccia chiarezza su quanti altri animali sono morti lì e, per quanto possibile, in che modo. È davvero incomprensibile come nel 2018 ci sia ancora chi butta via il proprio cane e lo lascia morire di stenti senza un briciolo di umanità. Spero che gli inquirenti riescano a fare almeno un minimo di luce su questa vicenda”.