“Mangiare il pesce crudo e prendersi l’anisakidosi. E’ un rischio concreto perché va di moda mangiare pesce crudo, in particolare il sushi e sashimi“. Lo afferma Primo Mastrantoni, segretario dell’Aduc.
L’Anisakis è un verme di 3-4 cm, che può infestare praticamente tutti i pesci, ma le specie più frequentemente colpite sono l’aringa, lo sgombro, il tracuro, il melù, il pesce sciabola, il merluzzo, le acciughe, la sardina e le triglie. Nessuna area di pesca marittima può essere considerata immune dalle sue larve.
I sintomi che provoca sono: dolori addominali, diarrea, nausea, vomito, perforazioni dell’intestino e dello stomaco. A questi rischi ora se ne aggiunge un altro: l’allergia. Le reazioni allergiche alle larve di Anisakis comprendono gastroenterite e sintomi di natura reumatologica e dermatologica.
La soluzione è la cottura del pesce perché l’anisakis non resiste a temperature superiori a 60 °C . In caso di preparazione domestica, la norma prevede che i pesci consumati crudi devono essere lasciati nel congelatore per 96 ore a -18 °C. La prescrizione vale anche per un piatto molto popolare: le alici marinate. Il succo di limone o l’aceto non bastano ad uccidere il parassita, occorre appunto la refrigerazione prolungata.