“Nostra figlia è stata sottoposta a un trapianto di fegato. Dopo l’intervento abbiamo visto una luce in fondo al tunnel. Ora però deve andare all’asilo: e tutti i suoi compagni devono essere vaccinati. Lo dicono i medici, non noi”.
Lo raccontano Roberta Amatelli e Rosario Gentile, i genitori della piccola Viola, oggi di 3 anni, che all’età di otto mesi è stata operata per un problema congenito alle vie biliari: per la bambina – spiegano – contrarre la varicella, il morbillo o la rosolia potrebbe essere fatale. Roberta è la prima firmataria di una petizione lanciata su change.org (“Difendiamo tutti i bambini, sì ai vaccini per andare a scuola“) da “un gruppo siamo un gruppo di mamme accomunate dallo stesso destino: le patologie al fegato dei nostri bambini”.
La petizione è rivolta al premier, al ministro della Salute e a tutti i parlamentari. “Servono certificati, non autocertificazioni – incalzano Roberta e Rosario -. Ci vuole la certezza. E’ bene che la politica ne parli, ma seriamente, senza scontri di fazione solo perché cambia il colore di chi governa. Anche il rinvio di un anno dell’obbligo vaccinale, infatti, potrebbe avere conseguenze serie. A pagarla non devono essere i nostri figli, soprattutto se malati”.
I genitori di Viola hanno l’appoggio del sindaco, Giovanni Bellistri: “Non posso che condividere le loro preoccupazioni – dice -. Ho scritto all’Asl e alla direzione scolastica, chiedendo che prendano una posizione. Attendo una risposta. Quella in cui mi trovo, dopo le decisioni romane e’, certamente, una situazione che mette in imbarazzo, essendo in qualita’ di primo cittadino anche tutore della salute pubblica”.