Uno strumento per rendere più consapevoli i consumatori, aumentare la trasparenza delle filiere, valorizzare imprese agricole etiche e socialmente responsabili e contrastare le politiche aggressive della grande distribuzione organizzata nei confronti dell’agricoltura di piccola scala. Queste sono, in sintesi, le finalità della proposta del prezzo origine consegnata da Slow Food al ministro per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio oggi, durante la giornata inaugurale della dodicesima edizione di Terra Madre Salone del Gusto a Torino, che prosegue fino a lunedì 24.
«Indicare in etichetta il prezzo della materia prima all’origine – spiegano dal Comitato esecutivo di Slow Food Italia – non è un obbligo, ma un’autodichiarazione del trasformatore che consapevolmente si impegna a garantire un sistema trasparente di tracciabilità del valore. Il prezzo all’origine sottolinea il comportamento dell’azienda nei confronti del sistema produttivo attraverso un’indicazione puntuale che porta alla luce l’atteggiamento nei confronti di chi produce quella specifica materia prima».
Il presidente di Slow Food Carlo Petrini ha evidenziato, durante il suo discorso inaugurale, come il prezzo riconosciuto agli agricoltori per il grano «sia lo stesso di 30 anni fa, mentre per le carote sono riconosciuti 7 centesimo al chilo».
«Riteniamo – proseguono gli esponenti del Comitato esecutivo – che questa iniziativa possa contribuire non solo a restituire dignità e valore al lavoro agricolo, ma innanzitutto fornire strumenti di valutazione al consumatore e contrastare la progressiva spinta al ribasso dei prezzi all’origine dei prodotti alimentari. La stessa che siamo convinti abbia contribuito a generare condizioni di lavoro nelle campagne sempre meno dignitose e a innescare meccanismi in cui gli unici a guadagnarci sono i criminali più o meno organizzati, che sul disperato bisogno di lavoro delle persone costruiscono le loro fortune».
Slow Food ha avanzato una proposta formale al Ministro al fine di convocare un tavolo di lavoro per approfondire l’argomento.
Il ministro Centinaio, rispondendo ai giornalisti, ha replicato: «Su una maggior chiarezza delle etichette con me si sfonda una porta aperta».
Il prezzo della materia prima all’origine è un’iniziativa dell’associazione fondata da Carlo Petrini che va ad aggiungersi ad altre come l’etichetta narrante lanciata nel 2011, uno strumento che fa conoscere ai consumatori molti più dati di quelli richiesti dalla legge, che racconta il prodotto e il lavoro dell’agricoltore e che diversi partner storici di Slow Food come Alcenero stanno già portando avanti.
La proposta del prezzo all’origine è stata ripresa e resa più organica nelle settimane di agosto, dopo gli incidenti in Puglia in cui sono rimasti uccisi 16 braccianti africani impegnati nella raccolta dei pomodori.
Da Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) oggi è stata inoltre lanciata una consultazione pubblica sul tema dell’etichettatura, on line sul sito ismea fino al 30 novembre, che si concentra sull’origine delle materie prime, sul luogo di trasformazione e sulla presenza di queste informazioni in etichetta, per valutare se e quanto sia maturato l’interesse dell’opinione pubblica in materia.