“Dobbiamo accettare che ci sono cose che forse non capiremo mai e dovremo imparare a convivere con questa idea”. Cosa sia lo spazio-tempo è una domanda a cui gli scienziati di tutto il mondo stanno cercando di dare risposta. Sono passati più d 100 anni dalla teoria della relatività generale di Albert Einstein del 1915, e da allora la cosmologia relativistica ha fatto enormi passi avanti.
Delle scoperte più interessanti ha parlato nel consueto ‘Colloquium’ – l’appuntamento organizzato a Trieste dalla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa), con i migliori scienziati – l’astrofisico portoghese Pedro Ferreira. Docente all’Università di Oxford e ricercatore all’Oriel College, Ferreira ricorda come siano “ancora molte le cose che gli scienziati non riescono ancora a spiegare: di cosa sia fatto l’universo; come sia iniziato e, soprattutto, se abbia mai avuto un inizio”.
Circa il 95% dell’universo, rammenta, “è fatto di materia oscura e energia oscura e dobbiamo ancora capire cosa queste siano esattamente“. In questo “le misurazioni ci sono di aiuto”. Misurazioni che, a oggi, non hanno fatto che confermare la teoria generale della relatività di Einstein.
“Dal 1915 – sottolinea l’astrofisico – stiamo ancora lavorando con la stessa teoria. Ogni volta che testiamo questa teoria proviamo che questa teoria è valida”. Le osservazioni degli astronomi continuano a dare ragione al fisico tedesco. Questo grazie a tecnologie sempre più sofisticate come ad esempio i “tre satelliti costruiti nell’ambito della missione spaziale della Nasa, Lisa (Laser Interferometer Space Antenna), o Ligo (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory (osservatorio interferometro laser delle onde gravitazionali), che hanno consentito di “vedere” le onde gravitazionali su larga scala“.
O ancora, gli scatti realizzati da “sorprendenti macchine fotografiche in grado di fotografare grandi porzioni di cielo, catturando centinaia di migliaia di stelle e di galassie in un unico fotogramma” e “il sistema di più radiotelescopi che stanno osservando i buchi neri al centro della nostra galassia, frutto del progetto internazionale di studio Event Horizon Telescope”.
Tutto questo, “ci consente di studiare lo spazio-tempo”. “Nuovi interessanti risultati, – fa sapere Ferreira – dovremmo riuscire a ottenerne all’inizio del 2019″. Nei prossimi dieci anni, prosegue, “attraverso le tecnologie sempre più raffinate che sono state sviluppate potremo testare ancora meglio la teoria generale della relatività”. “Sarebbe molto eccitante – conclude – provare che la teoria di Einstein è sbagliata, ma dobbiamo anche accettare che questo possa non accadere”.