Latte, formaggi e carne sono tra i protagonisti della tavola italiana e alla base della dieta mediterranea. Elementi fondamentali per la salute non solo degli adulti, ma soprattutto dei bambini. La qualità e i controlli su tutta la filiera agroalimentare “dalla stalla alle nostre case” rappresentano un tema importante sul quale, da sempre, si sovrappongono diverse tesi. Far chiarezza e combattere la “cattiva informazione” è tra gli obiettivi dell’Associazione Regionale Allevatori del Piemonte (ARAP) promotrice, in collaborazione con AIA (l’Associazione Italiana Allevatori) del Meeting nazionale dei Laboratori Analisi del Sistema Allevatori in corso oggi e domani a Torino.
“Il consumatore quando sente parlare di associazione allevatori ignora spesso l’esistenza di una struttura tecnica di sostegno alla produzione di alimenti che arrivano sulla nostra tavola, come il nostro laboratorio di Cuneo che rappresenta, con le sue tecnologie innovative, una vera eccellenza a livello nazionale. L’appuntamento di Torino serve anche a confrontarci al nostro interno per trovare il modo più corretto ed efficace per rendere consapevole il consumatore dei nostri interventi per tutelare la salubrità dei prodotti”, commenta Daniele Giaccone, Responsabile Laboratorio Analisi di Ara Piemonte.
L’incontro – che vede la partecipazione di ricercatori dell’Università di Torino, del Cnr, dell’Università di Milano, ma anche di centri di ricerca internazionali come la Cornell University, oltre agli esperti di Ara Piemonte – vuole essere un momento di confronto, aggiornamento e discussione sulle buone pratiche applicate dai laboratori di analisi italiani a supporto delle filiere del latte e della carne, oltre che di stimolo per una sempre maggiore presa di coscienza da parte degli allevatori sull’importanza di monitorare la produzione non solo delle materie prime, ma partendo anche dal benessere animale. Fondamentale inoltre, una maggiore coscienza dei sistemi di controllo e di gestione dell’intero processo al fine di ottimizzare l’attività e renderla ancora più efficiente.
Ha dichiarato il Direttore ARAP, Tiziano Valperga: “Gli asset sui quali puntiamo sono prevenzione, benessere animale, rispetto dell’ambiente, contenimento e ottimizzazione dei costi di produzione, miglioramento della qualità e garanzia di sicurezza delle produzioni: questi elementi sono alla base dell’attività di controllo e sostegno agli allevatori che si sostanzia nell’attuazione del miglioramento genetico e dell’assistenza tecnica specialistica. Le realtà che seguiamo sono costituite prevalentemente da piccole e medie imprese zootecniche che già operano in equilibrio con il territorio dalla pianura alla collina all’alta montagna. I dati che raccogliamo con in nostri tecnici e attraverso le analisi di laboratorio contribuiscono a rafforzare la sostenibilità dell’attività zootecnica sul nostro territorio.”
In Piemonte la zootecnia rappresenta uno dei settori di maggiore rilevanza (dal punto di vista economico commerciale): in particolare per la filiera bovina e suina da cui si ottengono molti prodotti DOP e IGP. Per i bovini, il 40% dei capi allevati è di razza Piemontese, perlopiù destinata alla produzione di carne; rilevante anche il ruolo della Frisona razza specializzata da latte. Circa il 10% del latte italiano è di provenienza piemontese.
Diversi i temi discussi durante il meeting nazionale. Di seguito una sintesi degli interventi più emblematici.
L’IMPORTANZA DEL CONTROLLO E DELL’AUTOCONTROLLO
“In campo zootecnico la nostra Associazione è l’interfaccia a livello nazionale grazie a tutte le sedi regionali tra la ricerca sviluppata dalle università e dai centri scientifici di eccellenza e i nostri allevatori, traducendo l’innovazione in servizi utili all’attività quotidiana nelle stalle verso l’obiettivo di salute unica, ossia riunire la salute del consumatore, il benessere e la salute degli animali e la salvaguardia dell’ambiente” afferma Roberto Nocentini, Presidente AIA.
In Piemonte l’ARAP analizza un milione di campioni di latte all’anno, vengono monitorate 120mila vacche da latte che rappresentano l’80% del patrimonio zootecnico regionale. I laboratori sono a stretto contatto con il territorio e con tutta la filiera e hanno una grande responsabilità nell’autocontrollo degli allevatori, dei caseifici e delle aziende agroalimentari.
USO DI ANTIBIOTICI: COME RIDURNE L’IMPATTO SU CARNE E LATTE
Si può dire che il latte sia il primo alimento di cui ci si nutre: fin da neonati questo alimento è parte integrante della dieta e per questo è fondamentale attivare tutte le procedure possibili di prevenzione sull’animale per razionalizzare l’utilizzo di antibiotici. Quando si ricorre a questi farmaci il monitoraggio della loro presenza e il controllo del possibile trasferimento sul prodotto finito sono da ritenersi aspetti fondamentali sui cui concentrare le ricerche dei laboratori di analisi.
“Sicuramente l’attenzione attuale ad una più efficiente gestione in stalla delle mastiti rappresenta un momento tecnico fondamentale in un’ottica di riduzione dell’utilizzo dei farmaci. Il ruolo delle Associazioni Allevatori e dei dati che esse raccolgono sul territorio è uno strumento indispensabile per sviluppare in stalla un’assistenza tecnica mirata”. dichiara Paolo Moroni, Università degli Studi di Milano e Cornell University.
LATTE E DERIVATI: ELEMENTI PREZIOSI DI SALUTE
Ultimamente si assiste ad una crociata contro il latte. Eppure ci sono nutrizionisti che lo hanno rivalutato, alcun grassi contenuti nel latte sono protettivi, antitumorali e hanno una importanza da un punto di vista nutrizionale positivo.
Laura Cavallarin, di ISPA CNR di Grugliasco commenta:“ Negli ultimi 10 anni abbiamo assistito a una completa revisione delle conoscenze e delle convinzioni sul latte vaccino sulla base di ricerche scientifiche: oggi possiamo affermare che il latte non solo non fa male, ma che alcuni tipi possono fare bene. Non tutti i latti sono in ogni caso uguali e l’alimentazione dell’animale incide in modo fondamentale. Infine, sono in corso lavori di ricerca sulle proprietà di alcuni latti di nicchia come quello di asina, che offre prospettive molte interessanti in particolare per l’alimentazione dei neonati”.
L’operato dei laboratori di analisi italiani supporta gli allevatori anche nella prevenzione in stalla: “parlando di qualità e sicurezza del latte, possiamo dire che il fattore prevenzione è essenziale per evitare la presenza nel prodotto finale di batteri dannosi, come gli sporigeni. L’attenzione da parte dell’allevatore deve concentrarsi sulla adeguata conservazione e qualità degli alimenti forniti agli animali e sulla gestione dell’igiene durante la mungitura” commenta Giorgio Borreani, Professore Associato presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università degli Studi di Torino.