Novità nel trattamento del diabete di tipo 2 arrivano dall’ultima versione definitiva delle linee guida delle due principali società scientifiche internazionali di diabetologia (l’americana Ada e l’europea Easd), presentata ufficialmente al congresso dell’Easd in corso a Berlino. Sono due le indicazioni chiave, con un cambiamento di approccio che privilegia i farmaci innovativi, anteponendo la sicurezza del paziente a questioni economiche.
Innanzitutto, dopo la metformina (che resta il primo farmaco da usare nel diabete di tipo 2), gli esperti ritengono necessario indirizzare la scelta verso i farmaci anti-diabete più sicuri, quelli cioè che non danno ipoglicemie: per questo le sulfoniluree, gli ipoglicemizzanti orali più ‘antichi’ e ancor oggi più usati al mondo, vengono accantonate a favore delle classi terapeutiche più moderne e sicure.
La seconda indicazione degli esperti americani ed europei è che la terapia va personalizzata in base al rischio cardiovascolare: così, in un paziente cardiopatico andranno favoriti quei farmaci che nei trial clinici non solo si sono dimostrati sicuri, ma anche in grado di ridurre il rischio cardiovascolare.
“Il suggerimento di usare le sulfoniluree solo, eventualmente, in terza battuta – commenta il professor Agostino Consoli, presidente eletto della Società Italiana di diabetologia – è sicuramente un’indicazione importante e coraggiosa. Importante perché recepisce finalmente le indicazioni di una serie di trial osservazionali e di intervento che hanno dimostrato come l’aumento del rischio di ipoglicemia legato all’uso di sulfoniluree limiti fortemente il beneficio clinico ottenibile dall’abbattimento della glicemia con l’uso di questi farmaci. Coraggiosa – aggiunge – perché le sulfoniluree sono farmaci di costo molto basso ed ampiamente diffusi: l’indicazione che emerge dagli statement va quindi nel senso di affermare che la considerazione del valore di un trattamento farmacologico va, ove possibile, anteposta alla considerazione del prezzo”.
Sulla scorta dei nuovi dati dei trial clinici, nelle scelte farmacologiche successive alla terapia con metformina le nuove linee guida ‘dividono’ i pazienti in soggetti con e senza malattia cardiovascolare accertata.
“Nei primi devono essere usati farmaci con dimostrato effetto di protezione cardiovascolare”, sottolinea Consoli, rivendicando che“sia sull’impiego delle sulfoniluree, sia sulla necessità di farsi guidare dallo stato di Salute cardiovascolare del paziente nella scelta della terapia più appropriata, la Sid aveva già espresso pareri e raccomandazioni, integralmente recepiti e riproposti dai successivi statement congiunti delle due più importanti società scientifiche internazionali di diabetologia. A dimostrazione di quanto la comunità diabetologica italiana sia attenta, dinamica e propositiva”.