Ricerca: il premio “Scienza Madre” alla chimica italiana Lucia Banci

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“Il divario tra donne e uomini in ambito scientifico sta diminuendo ma esiste e come scienziata dico che contano i dati di fatto”. E’ Lucia Banci che si racconta alla ‘Dire’, a poche ore dal Premio ‘Scienza Madre’, che le sarà consegnato questa sera nell’Auditorium dell’ospedale insieme con altre due scienziate: Emmanuelle Charpentier e Laurence Zitvogle.

“Ogni tre anni- spiega Banci- la Commissione europea pubblica i numeri sulla differenza di genere nella ricerca e in ambito accademico e l’andamento e’ quello di un ‘imbuto’. Tante studentesse, anzi di piu’ finche’ non sopraggiunge la divaricazione, man mano che si sale verso i ruoli apicali. La vera sfida per le donne e’ andare contro una mentalita’ diffusa, quello stillicidio quotidiano che ti sfianca perche’ hai ambizioni, mentre vai avanti e ottieni riconoscimenti”.

Lucia Banci ha scelto di rimanere e di continuare le sue ricerche nel nostro Paese. E in “Italia– ammette subito- è tutto più faticoso”.

Così per cinque anni è andata avanti senza percepire alcun stipendio. “Volontariato”, come lo definisce nel corso dell’intervista. Oggi è ordinaria di chimica generale all’Università di Firenze, ricercatrice presso il CERM (centro di Risonanze Magnetiche), ed è esperta di approccio molecolare della biologia strutturale, metodo con il quale ha contribuito alla messa a punto del vaccino contro la meningite B.

“Non mi spiego questa diffidenza verso i vaccini– osserva- se non come un problema generale, che non tocca solo la questione dei vaccini. Credo si tratti di una regressione culturale, di un’assimilazione della scienza all’estabilishment, ma del resto ci sono sempre stati andamenti ciclici di apertura e chiusura della societa’. Indubbiamente la rete ha un potere di velocita’ e di amplificazione che l’articolo di giornale quarant’anni fa non aveva. Gli stessi quarant’anni che oggi stanno portando a mettere in discussione la legge 194″. L’aborto sottolinea la professoressa, “e’ sempre una tragedia, ma senza questa legge la tutela della salute delle donne torna indietro”.

Sulle difficolta’ incontrate per arrivare a questo livello Lucia Banci non fa sconti al sistema della ricerca italiana: “Tante eccellenze personali e nessun organismo che coordini il mondo della ricerca. Tutto e’ fondato sulla libera iniziativa, tutti cani sciolti”. E mette in fila le criticita’ che rendono la ricerca italiana poco appetibile per gli stranieri: “Burocrazia, assenza di finanziamenti, incertezza dei tempi in cui poter avere determininate risorse con bandi e concorsi, collaborazione tutta affidata alla relazione personale, senza un sistema che sovrintenda e tenga tutti insieme”. E la ricerca corre veloce, “si perdono treni”. E’ questo panorama, unito agli stipendi molto bassi dei ricercatori, a rendere il mondo italiano non concorrenziale per i ricercatori del resto del mondo, ma come e’ stato per lei, dalla California ad Harvard, ai giovani raccomanda di fare “esperienze all’estero e misurarsi con altri contesti: dalle tecnologie alla cultura”.

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