Spazio: il lancio di BepiColombo verso Mercurio

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Il lancio della missione BepiColombo su Mercurio è previsto a bordo di un Ariane5 dalla base europea di lancio di Kourou, nella Guyana francese, alle 03:45 (01:45 GMT) del 20 ottobre 2018.

BepiColombo è uno sforzo congiunto tra l’ESA e l’agenzia spaziale giapponese, JAXA. È la prima missione europea su Mercurio, il più piccolo e meno esplorato pianeta del sistema solare interno, e la prima ad inviare due sonde per effettuare contemporaneamente misurazioni complementari del dinamico ambiente del pianeta.

Si baserà sulle scoperte e sulle domande sollevate dalla missione Messenger della NASA, che ha orbitato il pianeta tra il 2011 ed il 2015, per fornire la migliore comprensione del più interno pianeta del sistema solare ad oggi. BepiColombo fornirà informazioni sull’evoluzione in generale del sistema solare – non soltanto del nostro, ma anche rispetto a come si formano ed evolvono i pianeti in orbita vicino alle proprie stelle nei sistemi degli esopianeti.

La missione comprende due moduli orbitanti scientifici: MPO (Mercury Planetary Orbiter) o ‘Bepi’, dell’ESA, ed MMO (Mercury Magnetospheric Orbiter) o ‘Mio’, della JAXA. Il modulo di trasferimento MTM (Mercury Transfer Module) costruito dall’ESA porterà i moduli su Mercurio utilizzando una combinazione di propulsione elettrica solare e passaggi ravvicinati assistiti in relazione alla gravità. Con un ambizioso volo di sette anni, la missione effettuerà un passaggio ravvicinato della Terra, due di Venere e sei di Mercurio, prima di entrare in orbita.

Una grande sfida per la missione è l’enorme gravità del sole, che rende difficile portare la navicella spaziale in un’orbita stabile intorno a Mercurio – è necessaria ancora più energia che per mandare una missione su Plutone. Dopo il lancio, essendo sfuggita al ‘pozzo gravitazionale’ della Terra, la missione BepiColombo deve costantemente frenare contro l’attrazione gravitazionale del sole. I propulsori ionici a bordo di MTM forniranno la necessaria bassa propulsione per periodi di lunga durata della fase di crociera, ed impiega una tecnologia precedentemente dimostrata con la missione GOCE dell’ESA per lo studio della gravità della Terra con la missione SMART-1 sulla Luna.

Anche l’elevata intensità solare a cui è sottoposta durante il viaggio e successivamente durante le operazioni su Mercurio hanno richiesto lo sviluppo di nuove tecnologie – come rivestimenti contro le alte temperature e isolamento multistrato, un radiatore per il modulo MPO, ed una nuova tecnica di rotazione per Mio – per evitare il surriscaldamento. Durante la fase di crociera tuttavia, Mio non ruoterà, quindi sarà protetto da uno scudo termico.

I moduli orbitanti saranno in grado di operare alcuni degli strumenti durante la fase di crociera, offrendo opportunità uniche per raccogliere dati scientificamente preziosi su Venere, per esempio. Mentre non sarà possibile utilizzare la fotocamera durante il viaggio, tre fotocamere di monitoraggio fissate sul modulo MTM forniranno conferma visiva dell’apertura con successo dei pannelli solari e delle antenne dopo il lancio, così come delle istantanee durante i passaggi ravvicinati al pianeta.

Gli esperti presenteranno la missione, le sue sfide e i suoi obiettivi scientifici durante un programma dedicato rivolto alla stampa che si terrà in ESOC, che includerà la visione via web dal sito di lancio di Kourou.

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