Più di 1,5 milioni di persone, tra cui almeno 600.000 bambini, stanno subendo le conseguenze del devastante terremoto e dello tsunami che hanno colpito l’isola di Sulawesi. Un terzo di questi bambini sono stati colpiti in maniera molto grave e hanno perso le loro case, persone care e mezzi di sostentamento.
Save the Children e i suoi partner locali in Indonesia sono fortemente preoccupati del forte impatto psicologico che il disastro rischia di avere sui minori, in particolare su coloro che sono rimasti orfani o che hanno smarrito i propri genitori.
“Stiamo ricevendo sempre più segnalazioni di bambini che sono rimasti separati dai loro genitori nel caos della fuga, mentre gli edifici crollavano e le onde dello tsunami spazzavano via case e negozi. Purtroppo, molti bambini hanno perso i genitori nel disastro. Tutto ciò è straziante – ha affermato Tom Howells, direttore operativo di Save the Children in Indonesia – “Questi bambini stanno subendo traumi e angosce inimmaginabili, che nessun bambino dovrebbe mai provare. Alcuni di loro hanno già trascorso tre notti all’addiaccio o in ripari di fortuna, con scarso accesso a cibo, cure mediche e supporto psicologico. I bambini sono spesso i più colpiti da disastri come questo e dalle gravi conseguenze che ne derivano, è quindi fondamentale fornire loro immediato supporto fisico e psicologico”.
Un team del partner locale di Save the Children Yayasan Sayangi Tunas Cilik (YSTC) ha raggiunto Palu, capitale di Sulawesi ed epicentro della crisi, dopo un viaggio di circa 800 chilometri via mare e via aerea, da Makassar, nel sud dell’isola. Gli operatori distribuiranno subito beni di prima necessità, come teli in plastica e corde per costruire rifugi temporanei, pentole e padelle per cucinare e kit igienici che comprendono sapone e prodotti per la pulizia per prevenire malattie. Nei prossimi giorni saranno inoltre attivati degli “Spazi a misura di bambino”, per offrire ai minori un luogo sicuro e protetto, al riparo dal caos circostante. Il team lavorerà inoltre con il Governo e altre agenzie per condurre una rapida valutazione della situazione.
” In questo momento c’è urgente bisogno di cibo, acqua e materiali per costruire rifugi temporanei, mente alcune persone tornano a vedere ciò che resta delle loro abitazioni e si trovano di fronte a quello che senza dubbio sarà un lungo percorso per tornare alla normalità. L’accesso alle zone colpite continua però a essere una delle principali sfide nella risposta umanitaria, con infrastrutture chiave come strade, ponti e aeroporti che sono inservibili o hanno subito gravi danni. Al momento, pertanto, è impossibile conoscere la reale entità del disastro e il bilancio dei morti potrebbe aggravarsi nei prossimi giorni”, ha concluso Howells.
Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro, opera in Indonesia dal 1976 con una risposta umanitaria ai molti disastri naturali tra cui il recente terremoto a Lombok e lo tsunami nel giorno di Santo Stefano del 2004.