Ambiente, dossier Amianto: 600 decessi nel 2017 in Sicilia

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“La condizione di rischio dovuta all’utilizzo di amianto e altri agenti patogeni e cancerogeni in assenza di cautele ha determinato casi di mesotelioma e altre patologie anche tra coloro che mai hanno messo piede nei singoli petrolchimici. Per questi motivi, l’Osservatorio Nazionale Amianto si e’ rivolto a tutte le autorita’ affinche’ tutti i siti siano immediatamente bonificati, a partire da Gela e Siracusa e si emettano degli atti di indirizzo ministeriali affinche’ i lavoratori esposti possano ottenere il riconoscimento dei benefici contributivi utili al prepensionamento”. Lo ha dichiarato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, durante la conferenza di presentazione del “Dossier amianto e altri rischi lavorativi e ambientali nei petrolchimici” che si e’ svolta nell’Ex chiesa di San Giovanni Battista, a Gela, durante la quale sono emersi i dati della situazione siciliana: 100 casi per il solo mesotelioma in tutta la regione Sicilia, 500 decessi per tutte le altre patologie di amianto: asbestosi, tumore del polmone ed altre. In tutto 600 decessi per amianto in Sicilia nel solo 2017.

“La magistratura ha ormai accertato che questa condizione di rischio riguarda anche le singole popolazioni. La Corte di Appello di Roma, Sezione Lavoro, precisa che quanto alle mansioni svolte va rilevato che dalla documentazione prodotta (indagine epidemiologica del 1997 a cura dell’organizzazione Mondiale della Sanita’ e Registro Turi della provincia di Siracusa) e’ evidente come l’emergenza amianto riguardasse tutti i lavoratori del Polo Petrolchimico di Priolo e, addirittura gli abitanti della zona. L’esposizione e’ quindi dimostrata indipendentemente dalle mansioni svolte”, ha proseguito Bonanni che ha sottolineato la necessita’ di un intervento delle pubbliche istituzioni a tutti i livelli e per tutti i petrolchimici.

Secondo l’Osservatorio “nel comparto chimico, petrolchimico e delle raffinerie l’amianto e’ stato largamente utilizzato come coibente degli impianti e delle condotte per il trasporto di fluidi caldi e nelle guarnizioni di vario genere, oltre che mescolato all’interno di alcune vernici ad alta caloria con carica inerte per le sue qualita’ tecniche. Le coibentazioni (coppelle, pannelli e fiocco sciolto) sono state realizzate in amianto e, laddove non siano state gia’ bonificate, vi e’ la possibilita’ che siano ancora in opera in gran parte del territorio”.

“Nel comparto chimico, petrolchimico e delle raffinerie siciliane e del resto d’Italia – sottolinea l’Ona -, l’amianto era mescolato con plastica vinilica (produzione di vinilamianto), ovvero nella realizzazione delle mattonelle di varie dimensioni e colori con striature simili a quelle del marmo, pavimentazione largamente impiegata in scuole, ospedali, uffici pubblici o altri luoghi di vita e di lavoro”. L’Osservatorio ha censito, per il solo mesotelioma, per l’industria chimica altri 672 casi, pari al 3,5%, cui si aggiungono 196 casi tra i lavoratori delle raffinerie di petrolio (pari all’1%). Sono stati riscontrati anche 27 casi per esposizione ambientale e professionale in seguito a utilizzo di amianto in impianti chimici e petrolchimici. L’incidenza complessiva, dunque, e’ censita in 895 casi, in linea con i dati del ReNaM, cui vanno aggiunti poi i casi di altre patologie asbesto correlate (tumore al polmone, placche pleuriche, ispessimenti pleurici, asbestosi, etc.), con una incidenza complessiva di circa 3.500 decessi a causa della sola esposizione ad amianto, cui si aggiungono, poi, tutti gli altri agenti patogeni e cancerogeni e l’impatto che hanno sia sui dipendenti che sui familiari.

Per l’occasione l’Ona ha invitato il governo nazionale e le autorita’ delle singole regioni e in particolare della Regione Sicilia, l’Inps e l’Inail a costituire un coordinamento per affrontare e risolvere, ognuno per le rispettive competenze, la problematica legata alla condizione di rischio nei diversi petrolchimici.

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