Morso da un gatto muore nel giro di un giorno, è allerta sanitaria: anche graffi o leccate possono essere pericolosi

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Viene morso da un gatto e muore in 24 ore. E’ quanto successo ad un 58enne britannico al ritorno da un viaggio in Marocco. L’animale era probabilmente affetto da rabbia e appena dopo la vicenda il servizio sanitario del Regno Unito ha anche lanciato l’allarme sanitario. Le direttive sono chiare quanto allarmanti: “Chiunque sia stato morso, graffiato o leccato da un animale in un paese dove sia presente la rabbia, o abbia avuto un contatto diretto con un pipistrello in Inghilterra, dovrebbe agire immediatamente lavando la ferita o il sito di esposizione con abbondante acqua e sapone e rivolgersi subito a un medico”. Tra il 2007 e il 2017 nel Regno Unito sono morte di rabbia cinque persone, nonostante la malattia sia stata debellata da tempo. In tutti i casi la rabbia è stata contratta in altri Paesi.

La rabbia è una malattia grave e pericolosa che si può prevenire tramite le vaccinazioni. Si tratta di una malattia che colpisce il sistema neurologico. In Italia la rabbia è stata eradicata grazie alla prevenzione, con la vaccinazione degli animali. Se vogliamo viaggiare con il nostro cane all’estero, infatti, è richiesta la vaccinazione. Non è così in altri Paesi, soprattutto del sud del mondo, dove ci sono molti i cani randagi e non esiste una profilassi o spesso risulta troppo costosa. Per questo motivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l’obiettivo di debellare la rabbia a livello globale entro il 2030 con una campagna chiamata “Zero by Thirty”. Per raggiungere questo ambizioso traguardo, MSD Animal Health, multinazionale del settore veterinario, da anni è impegnata nella lotta alla malattia attraverso le donazioni del suo vaccino antirabbico Nobivac Rabbia e il sostegno alle organizzazioni che combattono questa malattia nelle aree del mondo a maggior rischio, principalmente Africa a India. I principali partner di questo progetto sono Afya Serengeti project (Salviamo il Serengeti in lingua swahili) che lavora per eradicare la rabbia nel Parco nazionale del Serengeti in Tanzania, e Mission Rabies che ha lanciato un programma di vaccinazione per gli animali in paesi quali India, Malawi, Uganda, Sri Lanka, Thailandia e la stessa Tanzania.

Sono circa 59.000 le persone che muoiono di Rabbia ogni anno nel mondo – di cui oltre il 99% in Asia e in Africa – dopo essere stati morsi da un cane infetto. Il 60% dei morsi di cane e della mortalità per Rabbia riguarda minori sotto i 15 anni. I cani stessi sono tra le prime vittime: ne vengono ancora eliminati milioni ogni anno in paesi dove la malattia è endemica, nell’errato tentativo di contenere la diffusione malattia tramite l’abbattimento dei cani. Nel 99,9% dei casi la Rabbia è mortale, ma è anche una malattia che si può prevenire al 100%. Prevenire la malattia, vaccinando i cani, protegge gli animali stessi e impedisce la trasmissione della malattia agli uomini. Eppure, nonostante esistano soluzioni efficaci e dal costo contenuto per controllare la Rabbia negli animali, esseri umani e animali continuano a morire in molti paesi a causa di questa malattia.

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