“Il NO del Comitato VIA nazionale al progetto della CMI di estrarre gas dal giacimento del lago di Bomba – dichiara il Sottosegretario d’Abruzzo Mario Mazzocca – dimostra la giustezza della linea che ho sempre seguito: costruire l’unità tra i movimenti di lotta e le istituzioni per affermare un modello di sviluppo sostenibile che non può che partire dalla tutela dell’ambiente”.
“Il grande lavoro di documentazione e di lotta svolto dal Comitato di cittadini “Gestione Partecipata Territorio” presieduto da Massimo Colonna, insieme al WWF e Legambiente e con l’appoggio degli enti locali del territorio, aveva già evidenziato tutte le criticità del progetto di estrarre gas dal giacimento di Bomba ed aveva ottenuto le sue prime vittorie con due pronunciamenti del Comitato VIA regionale nel 2012 e 2013 e nel 2015 con una sentenza del Consiglio di Stato.
Quest’ultima sentenza è particolarmente importante perché venivano ritenute assorbenti le ragioni che avevano portato il Comitato VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) della Regione Abruzzo ad avvalersi del principio di precauzione in considerazione dei rischi di danni insostenibili per la collettività locale connessi al fenomeno della subsidenza”.
“A questo punto – continua Mazzocca – la partita sembrava chiusa ma, approfittando dell’approvazione della legge “Sblocca Italia” con la quale il governo nazionale avocava i procedimenti autorizzativi per la ricerca di idrocarburi, la società CMI Energia presentava, nel maggio 2016, un’istanza di modifica del programma dei lavori per la coltivazione dello stesso giacimento di gas naturale. Nei fatti, veniva ripresentato lo stesso progetto già bocciato in precedenza.
Già nel settembre 2016 scrivevo al Ministro Galletti per chiedere la sospensione della valutazione del progetto, inclusa la VIA nazionale, e, nell’ottobre dell’anno successivo, inviavo un ampio dossier, oltre che a Galletti anche a Calenda, titolare del MISE, per chiedere che venisse tempestivamente respinta la richiesta della CMI anche in considerazione della vittoria della Regione Abruzzo davanti alla Corte Costituzionale la quale aveva accolto il ricorso sull’art 7 dello Sblocca Italia con cui veniva ribadito il ruolo della Regione in materia di legislazione concorrente.
Infine, nel gennaio scorso, con un documento congiunto firmato da 22 Sindaci dei Comuni del comprensorio a partire da quello di Bomba, dal Presidente della Provincia di Chieti, dal WWF, Legambiente e Comitato “Gestione Partecipata Territorio”, dal Presidente della Regione Abruzzo e dal sottoscritto, venivano ribadite al Ministro dell’Ambiente e al Comitato VIA nazionale le ragioni per bloccare il progetto”.
Mentre si sviluppava questa attività istituzionale, la mobilitazione popolare continuava a produrre momenti di protesta e di informazione.
“In tal direzione – sottolinea il Sottosegretario regionale – ho personalmente promosso e celebrato 3 delle 323 assemblee pubbliche sul territorio a cui ho partecipato negli ultimi quattro anni.
Un lavoro capillare che cresceva costruendo ogni giorno nuove alleanze, risultando il fattore decisivo che ha consentito di ottenere il risultato odierno”.
“In questo Paese dove le sconfitte sono orfane ma le vittorie hanno molti padri – conclude Mazzocca – mi sembra doveroso riconoscere i meriti di chi ha trainato il carro, anche quando questo era impantanato, distinguendoli da quelli delle mosche cocchiere, mitici animali da fatica di cui si narra nei proverbi popolari, o da altri soggetti che sul carro provano faticosamente a salirci fuori tempo massimo”.