Un sondaggio condotto presso il Liceo Villari di Napoli ha rivelato che il 3% del campione pensa che il Vesuvio sia un vulcano spento.
“Abbiamo compiuto un’indagine campionaria molto attenta che ha coinvolto i nostri studenti i familiari stretti ma anche non stretti. Il rischio vulcanico sembra essere sentito, come condizione, solo dalle popolazioni dell’area circumvesuviana e molto meno da quella napoletana e anche quella dell’area di Napoli Est che risulta essere a ridosso della zona di pericolosità Gialla. Il 3% degli intervistati su un campione di 345 persone coinvolte dalla nostra indagine, ritiene oggi nel 2018 che il Vesuvio sia un vulcano spento, il 46,2% non si sente assolutamente minacciato dal Vesuvio – ha affermato il professore Luigi Altavilla del Liceo Villari di Napoli – e dall’eventualità attività vulcanica, il 74,2% sa che esistono Piani di Evacuazione ma l’84,4% non sa se nella sua zona di residenza siano state messe in atto delle attività di prevenzione o esistano dei Piani di Evacuazione, il 57,8% non sa quanto tempo sarebbe necessario per potere evacuare la popolazione interessata ad un’eventuale eruzione, alla ricaduta di materiali piroclastici ed il 78,2% non ha mai partecipato ad attività di informazione, di conoscenza, convegni, conferenze, ad attività di protezione civile che potessero trasferire a loro delle conoscenze per potere assumere degli atteggiamenti propositivi in una condizione di emergenza. C’è l’esigenza assoluta di coinvolgere gli studenti ed in particolare gli studenti della secondaria superiore in un’attività di informazione radicata e continua che possa comunicare conoscenze e norme ed inquadrare il problema dell’emergenza in un’ottica proattiva e permettere la coesistenza tra l’esigenza del vulcano, l’economia e la sopravvivenza delle persone”.
Tante le scuole che hanno aderito alla conferenza di Flavio Dobran a Napoli. Venerdì gli studenti della zona rossa, in particolare dell’area torrese e stabiese, incontreranno gli scienziati alla Sala dei Baroni del Maschio Angioino a Napoli.
“Alla conferenza di Dobran abbiamo presentato una relazione che ha messo in comparazione ben due lavori condotti dalla mia scuola – ha affermato Ida Mascolo, insegnante di scienze a Gragnano – uno svolto, senza gli attuali mezzi informatici, nel lontano 1998 – 99, da alunni di Castellammare di Stabia con un secondo lavoro svolto dagli alunni di Gragnano ben 16 anni dopo. La risultanza è stata che la prevenzione invocata dai ragazzi nel lontano 1998 – 99 era ancora invocata con la stessa intensità da alunni anche nell’anno 2014. I ragazzi avevano acquisito l’importanza della prevenzione, oggi ampliata con i termini di resilienza e sostenibilità, già 20 anni fa ma nel 2014, dunque a distanza di 16 anni chiedevano sempre le stesse cose. Dunque evidenziavano il non cambiamento da parte delle istituzioni”.
Più di 50 studi, ricerche nuove presentate alla Conferenza di Napoli, italiane ed estere
“In alcune scuole di Napoli sono stati condotti sondaggi sul rischio vulcanico. Il dato del 3% induce ad una profonda riflessione: il mondo accademico, le varie anime della ricerca scientifica, devono essere unite. Bisogna informare, comunicare, entrare nelle scuole a contatto con i ragazzi ed attraverso loro parlare alle famiglie che poi potranno comunicare informazioni ad altri parenti e conoscenti. Solo così si potrà davvero sensibilizzare l’intera popolazione e convincere le istituzioni ad agire in modo più incisivo affinché il territorio napoletano possa essere resiliente e sostenibile. Lo spirito con il quale Flavio Dobran, ricercatore non sconosciuto ma affermato ed apprezzato dalla platea internazionale, ingegnere termo – fluidodinamico – ha dichiarato Grazia Paolella, docente universitario, dirigente scolastico, figura di rilievo del mondo intellettuale, componente del Comitato Scientifico della Conferenza Internazionale Resilience and Sustainability of Cities in Hazardous Environments – esperto di studi sui fluidi ed i loro comportamenti, già docente della New York University e di numerosi istituti accademici internazionali, autore di molti studi, ideatore e realizzatore del Simulatore Vulcanico che se sviluppato è uno strumento utile al fine di comprendere molteplici scenari futuri su Vesuvio e non solo, era con questa Conferenza internazionale di successo, di imporre all’attenzione mediatica e delle istituzioni due temi delicati: resilienza e sostenibilità. Soprattutto di farlo mettendo insieme Università, Istituzioni politiche locali e nazionali, scuole, società civile ma non solo concentrandosi su Napoli. Un consenso nazionale ed internazionale che è stato importante. In questi giorni abbiamo avuto in diretta da Trieste, Giuliano Panza dell’Università di Trieste ed Accademico dei Lincei, sulla Valutazione del rischio sismico, ma abbiamo avuto l’indiano Rohid Magotra sullo sviluppo urbano sostenibile e resiliente ai disastri per 10 città in India. Magotra in diretta dall’India. Tanti ricercatori dell’Università Federico II di Napoli, ingegneri e vulcanologi ed ancora Rocio e Maria Ortiz dell’Università di Siviglia che hanno illustrato uno studio sulla Conservazione preventiva dei Beni Culturali, Andrea Young del Brazilian National Center for Monitoring and Early Warning of Environmental Disasters, São Jose dos Campos Brazil che ha presentato uno studio su come realizzare la transizione delle città e pianificazione urbana a cause del cambiamento climatico. Davvero tante proposte”.
“Dobran, oggi illustrerà ben 5 azioni da mettere in campo per rendere il territorio napoletano e flegreo resiliente e sostenibile. Spesso i cittadini dimenticano i Campi Flegrei ed invece Dobran illustrerà proposte per il Vesuvio ed i Campi Flegrei. Si tratta di una presentazione che il ricercatore fa per la prima volta in assoluto a testimonianza che non vuole lanciare allarmi e soprattutto previsioni apocalittiche ma portare proposte, magari soluzioni. E’ importante che tutti gli attori in campo sul fronte della prevenzione facciano squadra, dialoghino. Per Dobran le scuole del napoletano sono importanti – ha concluso la Paolella – il coinvolgimento dei giovani è essenziale. Per questo ha voluto una giornata dedicata solo ad ascoltare insegnanti e studenti. E’ ora che si risvegli tutto il mondo culturale, accademico in particolare, scientifico ma anche civile, politico. Chi ha in mano la cosa pubblica deve svegliarsi. Dobbiamo pensare ad una concertazione, ad una multidisciplinarietà che deve portare ad una pianificazione, ad una revisione di tutta quella che è stata fino ad oggi la programmazione per il territorio in maniera tale che si possano attuare veramente delle condizioni di resilienza per guardare sempre all’obiettivo che è quello dello sviluppo sostenibile. Anche perché non si perda quella che è l’identità vera del territorio napoletano e flegreo. Ecco che abbiamo voluto coinvolgere fortemente le scuole proprio della zona rossa che Venerdì con i loro studenti ed insegnanti incontreranno Flavio Dobran e tutti i ricercatori italiani, brasiliani, spagnoli e da altre parti del mondo che stanno partecipando alla Conferenza di Napoli sulla sostenibilità e la resilienza. Le scuole arriveranno numerose, Venerdì mattina, alle ore 10, alla Sala dei Baroni di Napoli. Da una parte i ricercatori racconteranno ai ragazzi il Vesuvio ed i Campi Flegrei, dall’atra i ragazzi rivolgeranno domande ma illustreranno anche i progetti didattici ai quali hanno lavorato”.