COP24 sui cambiamenti climatici, “il mondo è ad un crocevia”: ecco a che punto siamo con il riscaldamento globale dopo un 2018 da record

MeteoWeb

I negoziatori di tutto il mondo hanno aperto la conferenza annuale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Katowice, in Polonia, città costruita intorno all’estrazione del carbone, principale responsabile del riscaldamento globale. Arrivati per due settimane di discussione sui cambiamenti climatici, i partecipanti si sono liberati di cappotti, sciarpe e cappelli quando sono entrati nelle hall di Katowice riscaldate dalle vicine centrali a carbone. È proprio il carbone il focus del summit, che si svolge 3 anni dopo lo storico Accordo di Parigi che ha stabilito l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto di 2°C.

Mentre il governo polacco sostiene che Katowice sia in fase di trasformazione verso una città green, le ciminiere della centrale elettrica pompano pennacchi di fumo nel cielo con elevati livelli di inquinamento atmosferico. Katowice è al centro di Slesia, area di estrazione del carbone in Polonia, che ottiene l‘80% della sua energia dal carbone, che porta smog e malattie respiratorie. La Polonia intende utilizzare l’evento ufficiale dell’apertura del meeting per promuovere una dichiarazione che inviti ad una “giusta transizione” per le industrie basate sui combustibili fossili che affrontano tagli e chiusure negli sforzi per ridurre le emissioni di gas serra. Gli ambientalisti hanno espresso preoccupazione per la dichiarazione senza obbligo, sostenendo che potrebbe essere considerata come una giustificazione per sostenere le industrie morenti invece di investire in fonti di energia rinnovabile. Alcuni si sono anche chiesti perché le società carbonifere siano tra gli sponsor del meeting.

cop24Michal Kurtyka, vice-ministro per l’ambiente della Polonia, ha esortato tutti a dare corpo all’Accordo di Parigi del 2015: “Siamo qui per permettere al mondo di agire insieme sui cambiamenti climatici”. Con gli ulteriori meeting del prossimo anno sulla base di ciò che verrà deciso a Katowice, Kurtyka ha invitato tutti i Paesi a “mostrare creatività e flessibilità”. “La segreteria generale dell’ONU conta su di noi, tutti noi. Non c’è un piano B”, ha aggiunto. La Banca Mondiale ha annunciato 200 miliardi di dollari in 5 anni per supportare i Paesi nell’azione contro i cambiamenti climatici.

Il meeting, noto come COP24, ha ricevuto un impulso nel corso del weekend quando 19 importanti economie del G20 hanno affermato il loro impegno sull’Accordo di Parigi. L’unico Paese contrario sono stati gli USA, che hanno annunciato il loro ritiro dall’Accordo con il Presidente Trump. “Nonostante l’instabilità geopolitica, il consenso sul clima si sta dimostrando molto resistente. È triste che l’amministrazione federale degli USA, un Paese che sta sentendo sempre di più la piena forza degli effetti del clima, continui a rifiutarsi di ascoltare la voce obiettiva della scienza quando si parla di cambiamenti climatici”, ha dichiarato Christiana Figueres, ex capo dell’ufficio sul clima dell’ONU. Figueres ha citato un recente report che avvisa sulle conseguenze del lasciare che le temperature globali salgano di oltre 1,5°C. “Il resto del G20 non ha compreso solo la scienza, ma sta anche agendo per prevenire gli effetti più importanti e per rafforzare le loro economie”, ha detto.

anidride carbonica cambiamenti climaticiIl meeting do Katowice è considerato un test chiave per la disponibilità a puntare sugli obiettivi ambiziosi ma distanti con misure concrete, alcune delle quali hanno già sollevato feroci proteste. In cima all’agenda il cosiddetto “Paris rulebook”, che determinerà come i governi registreranno e riporteranno le loro emissioni di gas serra e gli sforzi per ridurle. Inoltre, i negoziatori discuteranno l’aumento degli obiettivi delle emissioni nazionali dei Paesi dopo il 2020 e del supporto finanziario alle nazioni povere che stanno lottando per adattarsi ai cambiamenti climatici. Si prevede che il cambiamento dai combustibili fossili, che secondo gli scienziati avverrà entro il 2050, richieda un’importante revisione delle economie mondiali.

Non lontano dalla sede del meeting, gli attivisti polacchi anti-carbone gestivano una piccola protesta che è stata oscurata dalle marce a Bruxelles, Berlino e Colonia che richiedevano maggiori azioni per frenare i cambiamenti climatici. Ma Armin Laschet, governatore dello stato del Nord Reno-Westfalia, il più popoloso degli stati tedeschi, ha dichiarato che è prematuro stabilire una data fissa per abbandonare l’uso delle centrali elettriche a carbone. Laschet ha detto che la decisione della Germania di smettere di utilizzare il carbone “deve essere considerata seriamente e decisa con ampio consenso”.

A che punto siamo con i cambiamenti climatici?

cambiamenti climatici climate changeL’ONU ha avvisato che l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale “ben al di sotto di 2°C sopra i livelli pre-industriali” è in pericolo perché le maggiori economie, inclusi USA ed Europa, non soddisfano i loro impegni. Gli scienziati dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) lo scorso mese hanno sostenuto che gli impegni di Parigi non sono abbastanza: l’aumento della temperatura globale media deve essere mantenuto sotto 1,5°C. Quindi quanto è calda la Terra e cosa possiamo fare?

1. La Terra è più calda

Il nostro pianeta ora è quasi 1°C più caldo rispetto all’epoca pre-industriale, secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO). La temperatura globale media per i primi 10 mesi del 2018 è stata di 0.98°C sopra i livelli del 1850-1900. I 20 anni più caldi sono stati registrati negli ultimi 22 anni, con gli anni dal 2015 al 2018 nella “top four”, dichiara il WMO. Se questa tendenza continuerà, le temperature potrebbero aumentare di 3-5°C entro il 2100. 1°C potrebbe sembrare poca cosa, ma secondo l’IPCC se i Paesi non agiscono, il mondo affronterà un cambiamento catastrofico: i livelli del mare aumenteranno, le temperature e l’acidità oceaniche aumenteranno e la nostra capacità di coltivare il riso, il grano o il mais, sarà in pericolo.

2. Il 2018 è stato da record

caldo record estate 2018Quest’anno ha visto temperature record in molti posti del mondo a causa di un lunghissimo periodo di caldo. Da maggio a luglio 2018, ampie zone dell’emisfero settentrionale hanno osservato una serie di ondate di caldo in Europa, Asia, Nord America e Africa del nord, risultato di forti sistemi di alta pressione che hanno creato una “cappa di caldo”.

3. Non siamo sulla strada per raggiungere gli obiettivi sul clima

Anche aggiungendo tutte le promesse dei Paesi che hanno firmato l’Accordo di Parigi per ridurre le emissioni, entro la fine di questo secolo la Terra sarebbe comunque più calda di oltre 3°C. Negli ultimi 3 anni, i climatologi hanno cambiato la definizione del limite “sicuro” dei cambiamenti climatici. Per decenni, i ricercatori hanno sostenuto che l’aumento della temperatura globale dovesse essere mantenuto al di sotto di 2°C entro la fine del secolo per evitare gli effetti peggiori, ma ora concordano che dovremmo contenere l’aumento al di sotto di 1,5°C.

4. I Paesi che emettono di più sono Cina e USA

AFP/LaPresse

I Paesi che emettono le maggiori quantità di gas serra sono Cina e USA. Insieme rappresentano oltre il 40% del totale globale, secondo i dati del 2017. Da quando Trump è diventato presidente degli USA, il Paese ha cambiato la sua politica ambientale. Trump ha, infatti, annunciato il ritiro dall’Accordo di Parigi e la volontà di negoziare un nuovo accordo “giusto” che non svantaggi le aziende e i lavoratori americani.

5. Le aree urbane sono particolarmente minacciate

Il 95% delle città che affrontano rischi estremi legati al clima si trovano in Africa e Asia, secondo una relazione dell’analista Verisk Maplecroft.  E le città più a rischio sono quelle che crescono più velocemente, incluse le megalopoli come Lagos (Nigeria) e Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo). 84 delle 100 città del mondo che stanno crescendo velocemente affrontano rischi estremi legati all’aumento delle temperature e agli eventi meteo estremi portati dai cambiamenti climatici.

6. Anche l’Artico è in pericolo

artico scioglimento permafrost cambiamento climaticoL’estensione dell’Artico è calata negli ultimi anni, raggiungendo il suo minimo storico nel 2012. Il ghiaccio si riduce ormai da decenni, con un’accelerazione dello scioglimento dai primi anni del 2000, secondo l’Environmental Audit Committee del Parlamento britannico. L’Artico potrebbe non avere più ghiaccio in estate entro il 2050, se le emissioni non saranno ridotte. Il WMO ha svelato che l’estensione dell’Artico nel 2018 è stata molto più bassa della media, con il massimo a marzo (la 3ª minor estensione mai registrata) e il minimo a settembre (la 6ª minor estensione mai registrata).

7. Possiamo fare di più

Mentre i governi devono attuare grandi cambiamenti, anche gli individui possono svolgere un ruolo. Gli scienziati dichiarano che tutti dobbiamo fare “cambiamenti rapidi e senza precedenti” ai nostri stili di vita per evitare i cambiamenti climatici. L’IPCC dice che dobbiamo: comprare meno carne, latte, formaggi e burro; consumare più cibi stagionali locali e sprecarne di meno; guidare auto elettriche ma andare a piedi o in bici per le brevi distanze; prendere bus e treni invece degli aerei; utilizzare le videoconferenze invece dei viaggi d’affari; stendere il bucato invece di utilizzare l’asciugatrice e molto altro ancora. Il singolo modo maggiore per ridurre il nostro impatto ambientale sul pianeta è modificare la nostra alimentazione per includere un minor consumo di carne a causa delle emissioni prodotte dall’industria delle carni e anche di altri impatti ambientali negativi. Mentre noi cambiamo la nostra alimentazione, anche le pratiche agricole devono cambiare notevolmente per aiutare l’ambiente.

Condividi