Etna, terremoto Catania: “In Sicilia per 30 anni mancata prevenzione”

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“La Sicilia non ha una politica di previsione e di prevenzione del rischio, almeno non l’ha avuta negli ultimi 30 anni. Si è intervenuto in maniera episodica,al di fuori di un disegno organico”. E’ la denuncia del governatore siciliano, Nello Musumeci, oggi intervenuto in Aula all’Assemblea regionale siciliana per illustrare le iniziative del governo dopo il sisma che il 26 dicembre ha colpito sette Comuni del Catanese. “L’80 per cento delle scuole in Sicilia ancora non è a norma – ha ricordato -, buona parte del patrimonio edilizio privato difficilmente resisterebbe a un terremoto superiore a magnitudo 5″.

“Il Governo si è attivato su due fronti: disporre un Piano straordinario per la ricognizione degli edifici strategici che vedrà impegnate risorse per non meno di 300 milioni euro e lavorare a nuova legge sul sistema di Protezione civile in Sicilia che sarà deliberata dalla Giunta la prossima settimana e portata all’esame del Parlamento. Nell’epoca dei disastri e delle calamità – ha sottolineato – abbiamo dovere di chiederci come coordinare e neutralizzare la psicologia collettiva della paura, abbiamo il dovere di consentire alle comunità di reagire al trauma del sisma o dell’alluvione con iniziative condotte all’interno di una visione a lungo termine. Investire in prevenzione significa investire sul diritto alla incolumità, alla vita e alla sicurezza. Dobbiamo assumere un ruolo programmatico, insieme Governo e Parlamento, per aiutare le comunità a ribaltare l’ansia e l’angoscia che rischiano di contaminare le nuove generazioni”, ha concluso.

“Quello che più preoccupa è il considerare il sisma del 26 mattina un episodio, perché quando si saranno spenti i riflettori avremo dimenticato di convivere con un rischio costante e persistente. La Sicilia è la regione a più alto rischio sismico in Italia“.

Lo ha detto, intervenendo a Sala d’Ercole, il governatore siciliano, Nello Musumeci, aggiungendo: “Una infelice catalogazione del rischio ha considerato Catania e Siracusa come città a rischio 2 rispetto ad altre aree della Sicilia occidentale considerate, invece, ad elevatissimo rischio”. “Credo serva rivedere questa mappatura delle zone maggiormente vulnerabili e non lo si può fare con un colpo di matita – ha sottolineato il presidente della Regione -. Serve uno strumento che si chiama ‘zonizzazione’, che consente un esame geologico dei territori. Di questo si sta occupando da sei mesi la Protezione civile regionale ed entro 4 mesi contiamo di poter rivedere quella mappa elaborata nel 2003 e confermata nel 2004″.

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