Sommersa dalle formiche, Borrelli: “Bene l’inchiesta interna”

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“Esprimo le piu’ sentite condoglianze alla famiglia della sfortunata paziente srilankese , nota alle cronache per essere stata trovata interamente ricoperta di formiche in reparto mentre era intubata, deceduta l’altra notte all’ospedale del Mare. Saremo al loro fianco nel ricercare le cause della morte e colpire gli eventuali colpevoli responsabili del decesso.

E’ assolutamente necessario verificare se la stessa sia in qualche modo legata a presunte responsabilita’ del personale sanitario, come denunciato dalla figlia attraverso una querela presentata alla Procura. Bene ha fatto il manager dell’Asl Napoli 1, Mario Forlenza, come da noi richiesto, ad avviare subiti un’inchiesta interna affinche’ sia fatta chiarezza sull’ intero iter che ha riguardato la paziente a partire dai numerosi trasferimenti da struttura in struttura che hanno caratterizzato la sua degenza”.

Lo ha dichiarato il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della commissione Sanita’. “La triste vicenda di questa donna non sia pero’ strumentalizzata da nessuno- prosegue Borrelli . Dobbiamo a lei e alla sua famiglia i chiarimenti necessari su cosa sia accaduto in questi mesi , se siano stati garantiti i controlli e le cure necessari rispetto al suo grave stato di salute ricordando che la stessa a suo tempo, a detta delle sua stessa famiglia, fu ben curata dai medici dell’ospedale don Bosco quando giunse in condizioni critiche.

Tuttavia dalla denuncia presentata emergono particolari che vanno assolutamente chiariti come il riferimento al continuo stato di abbandono da parte degli operatori sanitari e le profonde piaghe da decubito che le hanno lacerato in profondita’ la carne e la sporcizia presente nell’ospedale che e’ al centro di un’altra inchiesta proprio sulla vicenda ditte di pulizia. Anche su questa vicenda andremo fino in fondo e seguiremo l’intero iter processuale per garantire che sia fatta piena luce su tutto l’accaduto e sul fatto che sia stata in cinque strutture diverse durante il suo calvario sanitario”.

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