Centinaia di bimbi in ospedale per circoncisioni clandestine

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Ogni anno sono centinaia i bambini che finiscono al pronto soccorso per delle circoncisioni rituali praticate clandestinamente. Lo hanno ricordato gli esperti alla tavola rotonda sul tema organizzata oggi a Roma dall’Associazione Internazionale Karol Wojtyla.

Una stima precisa del fenomeno, che sale periodicamente alla ribalta quando qualcuna delle piccole vittime muore, non e’ possibile, ha sottolineato Savino Sansovito, che dirige la struttura complessa di pediatria dell’Ospedale Maria Vittoria di Torino.

“Solo nel mio ospedale ho visto una decina di casi negli ultimi due anni – ha affermato l’esperto -, se si moltiplica questo dato per tutti gli ospedali italiani si può stimare che siano centinaia su tutto il territorio nazionale”.

L’intervento di circoncisione, che è previsto dalla religione musulmana entro la pubertà, non è compreso nei Lea, e si può quindi fare solo privatamente a cifre molto elevate, mentre clandestinamente vengono chieste poche decine di euro. Fanno eccezione proprio il Maria Vittoria di Torino, che ha aperto un ambulatorio dove viene offerto a 280 euro, che però può sfruttare solo le ore lasciate libere dalle sale operatorie, e l’Umberto I di Roma, dove è possibile fare l’intervento in intramoenia ma al costo di 400 euro.

“Secondo un censimento nel 2012 c’erano 40-50mila bambini musulmani in Italia, ma ora sono almeno il triplo – ha spiegato Mustafa Qaddurah, pediatra e dirigente del Centro Islamico di Roma -. Stiamo cercando di far abbassare il costo qui a Roma, ma servirebbe un provvedimento piu’ organico”. Una soluzione, ha sottolineato la Garante per l’Infanzia Filomena Albano, potrebbe essere l’inserimento nei Lea della pratica.

“E’ un tema che investe tanti diritti, dalle pari opportunità al diritto alla salute al diritto ad essere educato in maniera conforme alla religione dei genitori. La circoncisione rituale non e’ tra i Lea, e quindi c’è il rischio di difformità di trattamento a seconda di dove nasce”.

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