Non è ancora stato risolto il mistero della morte improvvisa di circa 20 mila uccelli marini, gli uria, lungo le coste olandesi dopo avere transitato e essersi lavato in quel tratto di mare.
I Paesi Bassi “non hanno mai assistito a una morte di massa di questa entita’ dagli anni 80”, ha commentato Mardik Leopold, biologo della Wageningen University.
Le ricerche eseguite finora non hanno individuato cause certe alla moria, mentre centinaia di altri uccelli ammalati sono stati portati in santuari marini per ricevere cure.
Dal mese scorso corpi senza vita di uria sono cominciati a riaffiorare in mare – dove trascorrono la maggior parte del loro tempo, in cerca di cibo – dalle isole Wadden (nord) fino alla Zelanda, provincia sud-occidentale, con una media di un morto ogni chilometro.
Tra le ipotesi avanzate dagli scienziati per spiegare la causa di questi decessi di masse c’è anche quella del maltempo, unito ad un altro fattore: “Abbiamo sezionato alcuni uccelli. Erano puliti ma molto magri, con problemi digestivi, il che ci indica che hanno patito la fame. Abbiamo bisogno di avere altri esemplari, quindi stiamo chiedendo alle persone di raccogliere gli uccelli deceduti”, ha spiegato Leopold. Tra le possibili altre cause di morte ci potrebbe essere il carico di 291 container scaricati in mare a causa di una tempesta lo scorso 2 gennaio nella parte settentrionale di Ameland, un’isola al nord di Amsterdam.
“Non sappiamo di preciso cosa ci fosse in quei container, sicuramente plastica e prodotti chimici. Stranamente i nostri colleghi in Germania e Belgio hanno registro solo due o tre casi di uria morti” ha sottolineato Leopold. Nei prossimi giorni 100 esemplari verranno studiati per cercare di risolvere finalmente il mistero. In Olanda il Mare del Nord ospita piu’ di 130 mila uria, pari al 2% della popolazione mondiale, in particolare nelle Isole Frisone, loro habitat ideale.