La rucola potrebbe essere usata come “protettore” dagli effetti degli additivi chimici delle bottigliette di plastica. A rivelarlo e’ uno studio congiunto tra l’Universita’ di Padova e quella di Jendouba (Tunisia).
I ricercatori italo-tunisini coordinati dal professor Carlo Foresta e dai dottori Luca De Toni e Iva Sabovic, dopo una analisi chimica molto precisa dei composti contenuti nell’Eruca sativa (quella che tutti conosciamo come “rucola”), condotta nei laboratori dell’universita’ di Jendouba, hanno riscontrato che in questa pianta sono contenute quantita’ molto elevate di antiossidanti capaci di inattivare i “radicali liberi” dell’ossigeno, che alterano le piu’ importanti funzioni cellulari inducendone la morte. Il BPA (bisfenolo-A) influenza negativamente le funzioni cellulari, inducendo un’incrementata produzione di “radicali liberi”.
I ricercatori hanno eseguito sperimentazioni su spermatozoi umani esponendoli dapprima a dosi tossiche di Bpa, e successivamente al trattamento con l’estratto di rucola a concentrazioni crescenti. L’estratto di rucola si e’ dimostrato capace di contrastare gia’ a bassissimi dosaggi gli effetti tossici del Bpa sulle cellule spermatiche, proprio attraverso l’azione antiossidante. Lo studio sperimentale sara’ presentato ad Abano Terme (Padova) nel corso del trentaquattresimo convegno di Medicina della Riproduzione sabato alle ore 16.30.