Morbillo, nuovo studio conferma: il vaccino MPR non provoca autismo. “Su questa questione, la scienza è consolidata”

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Il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia (MPR) non aumenta il rischio di autismo e non provoca l’autismo nei bambini che sono a rischio, secondo un nuovo studio condotto su oltre 650.000 bambini. I ricercatori dello Statens Serum Institut della Danimarca hanno utilizzato un registro demografico per valutare se il vaccino MPR aumentasse il rischio di autismo nei bambini nati in Danimarca tra il 1999 e il 2010. Un totale di 657.461 bambini è stato seguito fino all’agosto del 2013 e i ricercatori hanno documentato le diagnosi di Disturbi dello Spettro Autistico e i fattori di rischio, come età dei genitori, diagnosi di autismo in un fratello, nascita pre-termine e basso peso alla nascita.

Oltre il 95% dei bambini ha ricevuto il vaccino MPR e 6.517 hanno avuto la diagnosi di autismo. Il vaccino MPR non aumentava il rischio di autismo nei bambini che non erano considerati a rischio e non lo provocava in coloro che lo erano, secondo lo studio pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine. “Non abbiamo trovato sostegno per alcuna associazione tra vaccino MPR e autismo. Nessun sostegno per alcuna associazione nei bambini vulnerabili (bambini con fattori di rischio per autismo, come fratelli con autismo o genitori più adulti). Nessun sostegno per un clustering fenotipico regressivo nel periodo dopo la vaccinazione. Nessun sostegno per un’associazione quando si confrontavano i bambini vaccinati con MPR e i bambini non vaccinati. Questa idea che i vaccini provochino autismo è ancora in circolazione e sta avendo ancora molta esposizione nei social media”, ha dichiarato Anders Hviid, autore dello studio. Con i gruppi no-vax che stanno diventando più ferventi e persino politici e personaggi noti che diffondono timori sui vaccini, Hviid e il suo team hanno voluto fornire solide risposte scientifiche.

Il contributo più grande dello studio è stato l’inclusione dei bambini a rischio autismo, ha spiegato il Dott. Paul Offit, direttore del Vaccine Education Center al Children’s Hospital di Philadelphia, che non ha partecipato al nuovo studio. Offit spera che queste ultime prove riassicurino le famiglie con bambini a rischio di sviluppare autismo sul fatto che il vaccino non aumenta tale rischio.

Il mito che collega vaccino ed autismo è nato da uno studio del 1998 di Andrew Wakefield, pubblicato sulla rivista medica The Lancet. Wakefield è stato finanziato da uno studio legale che cercava prove per citare in giudizio i produttori del vaccino MPR e nel 2010 ha perso la licenza medica. Nel 2011, The Lancet ha ritirato lo studio dopo un’indagine che ha svelato che Wakefield aveva alterato o falsificato i dati sui 12 bambini che erano la base delle conclusioni del suo studio. Diversi studi che hanno cercato di riprodurre i suoi stessi risultati non hanno trovato alcun collegamento tra vaccini e autismo. “A questo punto, abbiamo avuto 17 studi precedenti condotti in 7 Paesi, 3 diversi continenti, che hanno coinvolto centinaia di migliaia di bambini. Credo che sia giusto dire che sia emersa la verità”, ha aggiunto Offit.

morbilloSecondo la Dott.ssa Karina Top, ricercatrice del Canadian Center for Vaccinology e specialista di malattie infettive pediatriche, questo studio “dà maggior peso all’accordo nella comunità scientifica e tra le autorità sanitarie pubbliche sul fatto che il vaccino MPR non causa autismo. Credo che abbiamo abbastanza dati, abbastanza studi, abbastanza studi di alta qualità per dire che non abbiamo più bisogno di analizzare questa questione. Quando si tratta di questa particolare questione dell’MPR e dell’autismo, la scienza è consolidata”.

Ma il mito di questo collegamento tra vaccini e autismo continua ad essere utilizzato dagli attivisti no-vax, accusati delle recenti ondate di morbillo in varie zone del mondo. In tutto il globo, il morbillo è aumentato del 48,4% tra il 2017 e il 2018, secondo i calcoli dell’UNICEF sulla base dei dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Nel 2018 l’ufficio europeo dell’OMS ha riportato oltre 85.000 casi nel continente e 72 morti per morbillo. 10 Paesi, inclusi Brasile, Filippine e Francia, rappresentano quasi ¾ dell’aumento totale dei casi di morbillo nel 2018. L’OMS ha definito la riluttanza o il rifiuto di vaccinare i bambini nonostante la disponibilità dei vaccini come una delle prime 10 minacce alla sanità globale nel 2019. “Credo che siamo ad un punto critico. Credo che le persone debbano realizzare che la scelta di non vaccinare non è una scelta priva di rischio. È una scelta che porta un rischio più grande e purtroppo ora stiamo vivendo questo rischio maggiore”, ha concluso Offit.

Il morbillo è un virus altamente contagioso che può rivelarsi fatale. Inizia con la febbre che può durare un paio di giorni, seguita da tosse, raffreddore e congiuntivite. Su viso e collo si sviluppa un’eruzione cutanea, che poi si diffonde a tutto il resto del corpo. Nei casi gravi, possono svilupparsi polmonite ed encefalite, un’infiammazione del cervello. Le persone con il morbillo possono diffondere il virus per diversi giorni prima e dopo la comparsa dell’eruzione cutanea.

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