Si chiama Little Dome C ed è uno dei posti più freddi, aridi e privi di vita della Terra. Ma proprio qui, all’interno del continente antartico, scienziati provenienti da tutta Europa verranno a studiare il clima, in questo luogo estremo a oltre 3.200 metri di altezza, dove le temperature raramente salgono sopra i -25° C, mentre in inverno precipitano a -80°C (le stagioni sono inverse rispetto alle nostre). Infatti, il progetto europeo “Beyond EPICA – Oldest Ice” ha identificato in questa zona, a 40 km dalla base italo-francese di Concordia, il luogo “ideale” dove estrarre carote di ghiaccio fino a una profondità di oltre 2,7 km, per ricomporre l’archivio climatico della Terra e risalire fino a un milione e mezzo di anni fa, quando i cicli climatici fra glaciale e interglaciale avevano una durata di 40mila anni e seguivano le regolari oscillazioni dell’angolo dell’asse terrestre.
“Dopo tre anni di misure geofisiche e di perforazioni intermedie abbiamo scelto per il carotaggio questo luogo perché ha una stratigrafia indisturbata di ghiaccio vecchio almeno un milione e mezzo di anni: in ogni metro, infatti, sono registrati negli strati più profondi almeno 10-15 mila anni di variazioni climatiche che studieremo grazie all’analisi dei gas serra, come anidride carbonica e metano, contenuti delle bolle d’aria intrappolate nel ghiaccio”, spiega Massimo Frezzotti, glaciologo dell’ENEA a capo delle spedizioni di rilevamento a Little Dome C.
Infatti grazie alle piccole bolle d’aria, intrappolate nel ghiaccio nel momento in cui si è formato, gli scienziati del clima possono misurare le concentrazioni di importanti gas a effetto serra, riscontrando una chiara connessione: nei periodi in cui il clima terrestre è stato più freddo, in atmosfera si registrava una quantità decisamente inferiore di CO2 e metano rispetto ai periodi più caldi.
“Abbiamo rilevato che circa 900mila anni fa si è verificato un cambio significativo nel ritmo dell’alternanza tra periodi caldi e freddi che è passato da una durata di 40mila ai 100mila anni. I paleo-climatologi conoscono questo fenomeno grazie alle ricerche sui sedimenti che si sono accumulati nei fondali oceanici, ma l’unico modo per ottenere dati diretti sull’atmosfera del passato, come la quantità di anidride carbonica e metano e sulle connessioni tra la presenza di questi gas e le variazioni del clima, è analizzare le bolle d’aria contenute nelle carota di ghiaccio”, sottolinea Frezzotti.
Dopo questa prima fase che ha portato all’individuazione del luogo e una volta ottenuto il via libera da parte dell’Unione europea, a fine anno si procederà all’allestimento di un campo base a Little Dome C, mentre le attività di perforazione inizieranno a novembre 2021 e si concluderanno a febbraio 2024. I primi dati saranno disponibili nel 2025.
Alle attività per l’individuazione del sito per l’Italia hanno partecipato ENEA, INGV e le università di Bologna e di Venezia ‘Cà Foscari’ nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), attuato dal CNR per la programmazione e il coordinamento scientifico e dalla stessa ENEA per gli aspetti logistici.