“Considerate, a ragione, le vere sentinelle dello stato di salute del territorio, e fondamentali per l’agricoltura per il servizio di impollinazione degli alberi da frutto – sottolinea Coldiretti Calabria – le api devono fare i conti sempre più frequentemente con i violenti mutamenti climatici che ne frenano la preziosa opera. Il maltempo infatti, sta facendo sentire i suoi effetti anche in avvio di questa stagione produttiva, dopo la siccità del 2017 e 2018, peggiorando una situazione già delicata legata al fenomeno della mortalità delle api, compromettendo i raccolti primaverili che sono stati scarsi in quasi tutta la Calabria sia la produzione sugli agrumi e sia sull’acacia. L’andamento climatico ha fortemente penalizzato il settore ed è preoccupante la situazione di un comparto – quello apistico – che nella nostra regione ha avuto una buona crescita negli ultimi anni nei quali le aziende hanno investito costantemente: nel 2018 si registravano 600 aziende professionali con partita Iva con oltre 80.000 alveari allevati,(fonte Banca Dati Apistica Nazionale)oltre agli hobbisti. Nei giorni di bel tempo, quest’anno, le api erano riuscite a formare famiglie numerose e in salute, ma in queste settimane stanno faticando addirittura a produrre abbastanza miele per il loro nutrimento. La pazza primavera – sottolinea la Coldiretti – ha creato gravi problemi agli alveari con il maltempo che ha compromesso molte fioriture e le api che non hanno la possibilità di raccogliere il nettare.”
“Gli apicoltori sono molto preoccupati e per il riscontro di una produzione di miele ridottissima, in particolare per il miele d’acacia, agrumi solitamente la principale produzione per le nostre aziende, e che quest’anno rischia di essere inferiore rispetto alla media degli ultimi anni”, prosegue l’associazione.
“La sofferenza delle api è uno degli effetti dei cambiamenti climatici in atto che sconvolgono la natura e si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo – fa notare Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria – che ricorda anche che il rischio è quello di incrementare l’arrivo di miele estero se la nostra produzione sarà scarsa.A far concorrenza al miele Made in Calabria continua – non è solo la Cina ma anche l’Est Europa, da cui proviene una gran quantità di miele a basso costo e che non rispetta i nostri standard qualitativi. Per questo ai consumatori ricordiamo di leggere con attenzione l’etichetta, poiché per il miele di produzione nazionale è obbligatoria oltre alla indicazione di origine, menzione “miele Italiano”, e di privilegiare gli acquisti presso i punti di vendita diretta Campagna Amica in azienda o nei mercati”. Coldiretti ricorda che la parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”.