Maltempo, Giordano (Ispra): “Dissesto? Non è tutta colpa dei cambiamenti climatici”

"Non diamo tutta la colpa ai cambiamenti climatici. Sicuramente, i cambiamenti climatici accelerano e amplificano dei fenomeni, delle problematiche già esistenti sul nostro territorio''
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“Non diamo tutta la colpa ai cambiamenti climatici. Sicuramente, i cambiamenti climatici accelerano e amplificano dei fenomeni, delle problematiche già esistenti sul nostro territorio”. Lo afferma all’AdnKronos, l’esperta dell’Ispra – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – Francesca Giordano, sentita sul maltempo che stanno interessando il nostro Paese, posticipando la primavera.

”Il dissesto idrogeologico – aggiunge Giordano – è una combinazione di problemi, in cui il cambiamento climatico, comportando un verificarsi di eventi e di precipitazioni più intensi e più concentrati in un intervallo di tempo molto breve, va a sommarsi ad una situazione di precarietà del territorio stesso, dovuto anche a fenomeni di urbanizzazione e antropizzazione. Per antropizzazione si intende la colonizzazione da parte dell’uomo degli ambienti naturali, con conseguente modifica e alterazione degli stessi”.

“In base all’ultimo rapporto Ispra sul dissesto idrogeologico in Italia la pericolosità e gli indicatori di rischio – complessivamente, il 16,6% del territorio nazionale (corrispondente a 50 mila km quadrati) è mappato nelle classi a maggiore pericolosità per frane e alluvioni. Volendo dare dei dettagli in percentuale: quasi il 4% degli edifici italiani (oltre 550mila) si trova in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata e più del 9% (oltre 1 milione) in zone alluvionabili nello scenario medio”.

“Le aree a pericolosità idraulica elevata in Italia risultano pari a 12.405 km quadrati, le aree a pericolosità media ammontano a 25.398 km quadrati, quelle a pericolosità bassa – scenario massimo atteso – a 32.961 km quadrati. Le Regioni con i valori più elevati di superficie a pericolosità idraulica media, sulla base dei dati forniti dalle Autorità di Bacino Distrettuali, risultano essere l’Emilia-Romagna, la Toscana, la Lombardia, il Piemonte e il Veneto”. Dal focus dei numeri, l’esperta, prosegue velocemente al definire cause e fattori: “Un territorio, quindi, dove già l’uomo ha causato i suoi danni. Il cambiamento climatico va ad aggiungersi e ad accelerare dei fenomeni e ad amplificarli. Siamo di fronte ad una scienza in continua evoluzione”.

Quindi, spiega l’esperta, ”quello che succede oggi e succederà sempre più spesso, se i cambiamenti climatici dovessero proseguire con questa intensità e se noi non dovessimo intervenire preventivamente, è che questi eventi naturali si verificheranno più frequentemente e in maniera più intensa, ovviamente con l’aumento di danni conseguente”.

E ribadisce: ”Sottolineerei questa combinazione, perché è vero che si dà la colpa ai cambiamenti climatici ma non si può altrettanto negare la responsabilità dell’uomo in molti casi. Quindi, è una combinazione di eventi”, e sostiene a soluzione: “I cittadini devono essere informati, deve aumentare la loro sensibilizzazione perché siano consapevoli”. Inoltre, riferendosi all’Ispra, l’istituto che rappresenta, specifica: “Lavoriamo ed elaboriamo annualmente dei rapporti sugli indicatori climatici, anche sul tema del dissesto idrogeologico, delle frane”.

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