Un trattamento naturale, non invasivo e permanente per rigenerare i vasi sanguigni e la muscolatura liscia all’interno dell’organo sessuale dei pazienti con disfunzione erettile. Una vera ‘bombita’ per rilanciare la loro vita sessuale. “Si chiama CaverStem* ed è un protocollo medico brevettato negli Stati Uniti, disponibile anche in Italia. Abbiamo già trattato 60 pazienti in pochi mesi dopo il via libera del ministero della Salute al dispositivo – sottolinea all’Adnkronos Salute Gabriele Antonini, urologo-andrologo di Roma – Questa nuova terapia si aggiunge al plasma ricco di piastrine (Prp) che ha già dato effetti positivi ampiamente documentati nel trattamento della disfunzione erettile e delle curvature patologiche peniene determinate dalla malattia di La Peyronie”. “Ora le cellule progenitrici ematopoietiche, mesenchimali ed endoteliali presenti nel midollo osseo del paziente acquistano un ruolo di primo piano nel trattamento della disfunzione erettile”, aggiunge Antonini.
La disfunzione erettile è una patologia strettamente correlata all’età, a fattori psicologici, neurologici e ormonali. “Comporta un impatto estremamente rilevante sulla qualità di vita del paziente e per questo di riflesso nel tessuto sociale – ricorda l’urologo, ricercatore all’Università Sapienza di Roma – I dati epidemiologici in Italia collocano il problema, in termini di prevalenza, tra quelli di più frequente riscontro. Attualmente circa 3 milioni di uomini sono affetti da disfunzione erettile, ma si stima che potrebbero essere almeno il doppio”. “Nell’ambito della ricerca biomedica, la medicina rigenerativa si è affermata con successo nell’ultimo decennio tramite lo sviluppo di nuove strategie e trattamenti alternativi alle terapie convenzionali, utilizzando i fattori di crescita e altri segnali intercellulari in grado di stimolare il naturale processo di guarigione del corpo umano”, rimarca Antonini.
Come funziona, dunque, la ‘bombita’ con le staminali? “Si utilizzano le cellule progenitrici ematopoietiche, mesenchimali ed endoteliali presenti nel midollo osseo del paziente – illustra Antonini – La somministrazione di cellule staminali direttamente nel pene può invertire i cambiamenti fisiopatologici che portano alla disfunzione erettile, oltre a curarne i sintomi in modo efficace. In circa 15 minuti, lo specialista urologo procede in anestesia locale all’estrazione di una piccola quantità di materiale autologo dalla cresta iliaca dal paziente, e ottiene un prodotto cellulare concentrato che viene iniettato all’interno dei corpi cavernosi del pene del paziente stesso”. “La procedura CaverStem*, scientificamente già validata negli Usa, consente di effettuare in regime ambulatoriale un prelievo sicuro, veloce e privo di effetti collaterali. A Roma c’è l’unico centro europeo privato autorizzato per questo trattamento – evidenzia Antonini –
A soli tre mesi dall’impianto è stato rilevati un aumento nella durata e nella frequenza dell’erezione, oltre al mantenimento della stessa fino al raggiungimento dell’orgasmo”. “Gli effetti collaterali sono praticamente assenti e non si è verificata alcuna complicanza post-procedura – conclude l’esperto – Alcuni pazienti sono stati addirittura trattati con un doppio innesto di cellule staminali e Prp, con risultati davvero eccezionali in termini di ripresa dell’attività sessuale che lasciano intravedere un futuro davvero roseo per il trattamento non invasivo e non chirurgico della disfunzione erettile”.