Sbarco in Normandia, infermiera dell’esercito americano torna in Francia a 99 anni: “Ho amato tutto, ma è stato troppo doloroso”

Ellan Levitsky, infermiera dell'esercito americano recatasi in Francia a 99 anni per celebrare il 75° anniversario dello Sbarco in Normandia, non dimenticherà mai il suono dei giovani militari americani che piangevano: "È stato traumatico"
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L’ex infermiera dell’esercito americano Ellan Levitsky ha amato la sua funzione in un ospedale da campo in Normandia subito dopo gli sbarchi del D-Day, ma non dimenticherà mai il suono dei giovani militari americani che piangevano fino ad addormentarsi. Levitsky, 99 anni, ha raccontato al Los Angeles Times che sentire i “ragazzi” americani feriti al 164th General Hospital sulla costa atlantica francese è stato traumatico. “Erano solo bambini, 18 o 19 anni. Erano feriti e spaventati e volevano andare a casa”, ha detto nell’intervista sulle esperienze militari della II Guerra Mondiale.

Levitsky, in Normandia dagli Stati Uniti per il 75° anniversario del D-Day, celebrato ieri, compirà 100 anni a dicembre, ma la sua memoria è ancora acuta. Ha raccontato di ricordare che faceva così freddo nell’inverno del 1944-45 da aver acceso un fuoco nella stufa a legna della tenda delle infermiere utilizzando il gin e di aver dato fuoco alla tenda due volte. Un’altra volta, era così stufa dei viveri in scatola dell’esercito da recarsi in una fattoria locale, scambiando la sua uniforme per un pollo. In un piccolo scrigno, contiene ancora un osso di quel pollo.

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infermiere d-day
Ellan e Dorothy ricevono la Legion d’Honneur nel 2012

Ha anche raccontato di aver firmato la paga della sorella maggiore, Dorothy, anche lei infermiera in Normandia poiché avevano rifiutato di separarsi, e di essere stata minacciata di processo e di come sia scappata attraverso un buco nel filo spinato del campo militare per andare a ballare con un’altra infermiera, non potendo poi rientrare a causa di un’allerta per attacco aereo. Dorothy, credendola morta, è stata sollevata ma allo stesso tempo arrabbiata quando l’ha vista tornare il giorno dopo, tanto che “mi ha dato un pugno in faccia”.

Levitsky ha parlato a The Times durante il viaggio dalla sua casa di Milford, in Delaware, per la commemorazione degli sbarchi del D-Day del 6 giugno 1944, l’operazione degli alleati che portò alla sconfitta nazista nella II Guerra Mondiale. È stata la prima volta che è tornata in Francia senza la sorella, morta nel dicembre 2015. “Sono felice di essere qui, ma è agrodolce. Mia sorella dovrebbe essere con me”, ha aggiunto. Nel 2012, le due sorelle sono state insignite da François Hollande della Legion d’Honneur, il più alto onore della Francia.

infermiera d-day Levitsky è la più giovane di 3 sorelle nate negli Stati Uniti dopo che i genitori ebrei ebbero lasciato la Russia per stabilirsi a Salem, nel New Jersey. Il padre morì quando Ellan era solo una bambina e lei e Dorothy, 2 anni più grande, divennero inseparabili. Entrambe infermiere, quando scoppiò la guerra in Europa, si unirono all’esercito. Arrivata la chiamata per andare a servire in Francia, Ellan accettò a patto che andasse anche la sorella. “Era in corso la guerra, avevano disperatamente bisogno di infermiere e io sentì che dovevo fare qualcosa. Ho amato l’esercito, ho amato tutto, ma Dorothy l’ha odiato ogni singolo istante. Lei non voleva essere nell’esercito e non voleva andare in Francia”.

Le sorelle Levitsky sono arrivate in Normandia nell’agosto del 1944 e hanno lavorato all’ospedale improvvisato fin quando non ha chiuso nel maggio del 1945. Dorothy era un’infermiera da reparto, mentre Ellan era un’anestesista. “Vedevamo questi bambini che avevano perso un braccio, una gamba. Dovevamo dar loro speranza, quello era l’unico modo per affrontarlo”, aveva raccontato Dorothy ai giornalisti francesi nel 2012. Dopo la vittoria degli alleati, le due sorelle tornarono a casa e continuarono le loro vite, lavorando nell’ospedale locale.

Indicando il cappello militare che indossava, Ellan ha raccontato: “È tutto quello che ho della mia uniforme. Mia madre le ha bruciate. O almeno penso sia quello che ha fatto perché non ce l’ha detto. Non era felice del fatto che andassimo in Francia”. La sua medaglia della Legion d’Honneur era appuntata alla giacca: “Negli Stati Uniti, nessuno guarda la mia medaglia. Qui vengono a stringermi la mano e mi ringraziano per essere stata in Normandia. Come tutti gli altri veterani, siamo andate a casa e abbiamo continuato con le nostre vite. Mia sorella ed io eravamo così legate, ma non abbiamo mai parlato di questo. Nessuno dei veterani ha parlato di quello che hanno fatto. È stato troppo doloroso, troppo”. Dallo sbarco in Normandia, considerato come una delle operazioni militari più importanti della storia, persero la vita 70mila uomini fra gli alleati, 200mila fra i tedeschi e 20mila fra i civili della Normandia.

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