“Nel 2002 stromboli ha fatto vedere di che cosa è capace, con onde alte fino a 10 metri che hanno interessato tutte le spiagge dell’isola, in quel momento diverse visto che eravamo a dicembre. Gli eventi che stanno accadendo adesso sono diversi in quanto legati all’arrivo in mare di materiale piroclastico prodotto da crateri sommitali e hanno provocato onde solo di qualche decimetro”.
Ad affermarlo all’Adnkronos è Francesco Latino Chiocci, professore di Geologia Marina all’Università La Sapienza di Roma, Dipartimento Scienze della Terra, e responsabile studi Parti Sommerse del vulcano stromboli. “Durante l’eruzione del 28 dicembre 2002 c’è stata una frana sottomarina che ha fatto crollare anche il versante subaereo, – spiega l’esperto – quindi c’è stato prima un maremoto dovuto alla frana sottomarina e sette minuti dopo un’altra onda dovuta alla frana del versante emerso. L’evento del 2002 è avvenuto perché c’era un’eruzione in corso e la lava entrando nel corpo del vulcano ha esercitato una pressione alle spalle della Sciara del Fuoco che ha causato la frana. Invece, quello di oggi – precisa il geologo – è un parossisma violento, cioè un evento con un’energia molto superiore ma essenzialmente simile a quelli che usualmente caratterizzano il vulcano con esplosioni intermittenti all’interno del condotto (in vulcanologia chiamato infatti attività stromboliana)”.
“Stromboli ed in particolare il suo versante nord-occidentale (la Sciara del Fuoco) sono tuttavia estremamente instabili sia nelle parti emerse che sommerse, e quindi, la possibilità di maremoti con onde significative è sempre presente in occasione di eventi eccezionali che ne perturbino l’equilibrio. Per questo motivo è da tenere sotto controllo, cosa egregiamente fatta dalla Protezione Civile, tenendo sempre presente il pericolo di frequentare un vulcano attivo”, conclude Chiocci.