Diverse esplosioni a catena hanno generato un incendio in una base militare a Severodvinsk, nella regione di Arkhangelsk, nel nord della Russia, lo scorso 8 agosto. Nella base erano presenti sottomarini atomici della flotta del Nord.
Operatori dell’agenzia nucleare Rosatom sono morti nell’esplosione: lavoravano a “nuove armi“, in particolare alla “fonte di energia isotopica” del motore di un missile in corso di realizzazione.
I livelli di radioattività, dopo l’esplosione di giovedì scorso, hanno oltrepassato di 16 volte i valori normali: lo ha reso noto l’agenzia meteorologica nazionale, mentre secondo le autorità tali livelli non costituiscono pericolo per la salute pubblica.
Appena dopo l’esplosione, “6 degli 8 rilevatori di Severodvinsk hanno registrato superamenti della potenza delle dosi di radiazioni da 4 a 16 volte superiori rispetto a quella abituale“, ha precisato il Roshydromet.
Uno ha rilevato radioattività di 1,78 microsievert l’ora, mentre il limite è di 0,6 microsievert l’ora in Russia e quella naturale media a Severodvinsk è 0,11 microsievert l’ora. L’agenzia Roshydromet precisa che questi livelli di radioattività si sono velocemente ridotti tornando a quelli consueti nel pomeriggio.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il rischio di cancro può aumentare a partire da 50mila microsievert ricevuti.
Le autorità norvegesi per la sicurezza nucleare hanno rilevato minuscole quantità di iodio radioattivo nella regione confinante con la Russia nei giorni dopo l’esplosione: i campioni sono stati raccolti in una stazione di filtrazione dell’aria a Svanhovd, nel Nord del Paese, nelle immediate vicinanze del confine con la Russia, dal 9 al 12 agosto.
Il 10 agosto, l’agenzia nucleare russa Rosatom ha confermato un’esplosione nella base militare nella regione di Arkhangelsk, avvenuta due giorni prima.
“Allo stato attuale, non è possibile determinare se l’ultimo rilevamento di iodio (radioattivo) sia correlato all’incidente di Arkhangelsk“, ha precisato l’autorità norvegese.
Subito dopo l’incidente, il ministero della Difesa russo aveva escluso la contaminazione radioattiva, riferendo di problemi verificatisi durante il collaudo di un “motore a razzo a propellente liquido“, ma il municipio di una città vicino alla base aveva dichiarato di avere “registrato un breve aumento della radioattività” prima di ritirare la pubblicazione. Solo in seguito le autorità russe hanno riconosciuto che l’incidente era collegato ai test di “nuove armi“.