Un nuovo ambizioso studio, tra genetica ed archeologia, ha consentito di analizzare Dna vecchio anche di 12 mila anni, per far luce sulle popolazioni succedutesi in Asia. Il lavoro, pubblicato su ‘Science‘ e firmato da un team internazionale guidato dai ricercatori della Washington University di St. Louis, fornisce preziose informazioni sul Dna di 523 antichi esseri umani provenienti da diversi siti archeologici in Medio Oriente e Asia centrale e meridionale.
La collaborazione internazionale di oltre 100 studiosi ha permesso di raccogliere campioni scheletrici di un’epoca remota, per generare il più grande studio genetico antico pubblicato fino ad oggi. I loro risultati collegano la composizione genetica e linguistica delle popolazioni dell’Eurasia e dell’India al flusso di persone e culture tra 12.000 e 2.000 anni fa che hanno trasformato le popolazioni e le civiltà del mondo antico.
Il processo che porta alla “composizione genetica di un’area è sfumato, a lungo termine e dinamico”, ha affermato Michael Frachetti, co-autore senior dello studio e professore di archeologia della Washington University. “Abbiamo fatto ogni sforzo per combinare una profonda conoscenza archeologica con i risultati del Dna per capire come diversi meccanismi hanno prodotto questa diversità genetica” in quest’area.