Notte di paura a Sarno, dove qualche ore fa un enorme rogo ha investito il comune del Salernitano. Il ricordo va a quel giorno di maggio del 1998, quando il comune dell’agro sarnese nocerino fu investito da una colata di fango che causo’, li’ e in altri comuni vicini, 160 morti. E’ questa la preoccupazione maggiore a poche ore di distanza dal vasto incendio divampato, nel tardo pomeriggio di ieri, nei pressi di una chiesetta rupestre abbandonata alle pendici della collina del Saretto.
Rogo che, in breve tempo, si e’ allargato a ventaglio verso est e verso ovest distruggendo un bosco, non solo: 200 cittadini in via precauzionale hanno dovuto lasciare le abitazioni. Le loro case nella zona pedemontana erano troppo vicine alle fiamme. Molte persone hanno trovato ricovero da parenti e amici e circa una ventina, invece, hanno trascorso la notte all’interno della scuola ‘Baccelli’, dove è stato allestito un centro di prima accoglienza.
Dal Comune fanno sapere che qualcuno è già rientrato nelle case e qualcun altro lo farà entro un’ora. Intanto, l’incendio di interfaccia urbano-rurale è stato domato dai 40 vigili del fuoco intervenuti con 14 autobotti giunte da Salerno, Napoli e Avellino e dai tanti uomini della Protezione Civile arrivati da tutta la Campania. L’area è ancora sotto osservazione e, sul posto, ci sono ancora sei autobotti. Dalle 7 di stamane sono in azione i mezzi aerei per completare l’opera di spegnimento nella parte alta della collina.
Gli elicotteri della protezione civile regionale sono al lavoro e attendono anche l’arrivo del rinforzo della flotta aerea nazionale. Le lingue di fuoco che minacciavano il centro storico, tra l’1 e le 2 di questa mattina, sono state domate anche grazie al vento che ha dato una tregua.
“Al mille per mille è un incendio doloso”, dice all’Agi il sindaco di Sarno, Giuseppe Canfora, spiegando che “il Saretto non è campo da pascolo, non è appetibile da un punto di vista speculativo, è vincolato dopo i fatti del 5 maggio del ’98 e buona parte è zona rossa”.
La zona interessata dalle fiamme e’ difficilmente accessibile ai mezzi di soccorso, tant’e’ che alle pendici, vigili del fuoco e volontari sono dovuti ricorrere alla forza manuale, alle pale e alla sabbia. “A distanza di tanti anni, su un territorio gia’ purtroppo delicato da un punto di vista idrogeologico non ci si rende conto del danno che si arreca nel prossimo futuro”, aggiunge il primo cittadino rimarcando che, “adesso la preoccupazione maggiore rimane la pioggia”.
Comunque, “nei prossimi giorni, formalizziamo regolare denuncia verso ignoti alla procura di Nocera Inferiore”, annuncia Canfora augurandosi che, “da qualche indizio, si aprira’ un’indagine piu’ accurata” e che “vengano messi sotto chiave questi delinquenti”. Poi sara’ avviata la bonifica da parte della Protezione Civile e del Genio civile e, allora, aggiunge, “chiedero’ uno stato di calamita’ naturale e chiedero’, con urgenza, dei fondi per mettere in sicurezza l’intera collina”. “Il Saretto ha difeso il centro cittadino dalle colate di fango del 5 maggio ’98 – ricorda il sindaco – ora non vorrei che fosse proprio il Saretto, in futuro, a determinare qualche guaio nel centro storico della citta'”. Il sindaco ha chiesto l’intervento dell’Esercito “per un’opera di difesa e di controllo”.
“Dopo incendio il Monte Saretto è a rischio idrogeologico”
“Sono in costante contatto con l’amministrazione comunale ed altri enti per avere aggiornamenti costanti sull’incendio che ha sconvolto la città di Sarno, e che ha colpito il Monte Saretto. Le fiamme sono state quasi completamente domate dopo l’intervento degli elicotteri di stamane. Ora oltre ad individuare le responsabilità su come è potuto accadere questo disastro, dobbiamo pensare anche al dopo. Con l’approssimarsi della stagione autunnale e l’arrivo delle piogge il rischio idrogeologico, in una terra come quella di Sarno, è molto alto. Urge una cabina di regia tra Amministrazione Comunale, Prefettura, Protezione Civile, Regione Campania, Provincia di Salerno, Ministero dell’Interno e Ministero dell’Ambiente. La cura e la salvaguardia delle nostre montagne, degli alberi, della fauna come della flora, sono essenziali sia per il nostro ecosistema che per la sicurezza dei nostri territori”. Così in una nota la senatrice del M5S, Luisa Angrisani.