Il ghiacciaio Planpincieux, sul Monte Bianco, che rischia di crollare sfiancato dal caldo sopra la media, non è un caso isolato. “Entro 25, massimo 30 anni, tutti i ghiacciai alpini sotto quota 3.500 metri si scioglieranno se le temperature rimarranno queste”. E’ l’allarme lanciato dal glaciologo del Cnr Renato Colucci, che all’Agi sottolinea: “In un convegno di due mesi fa dissi esattamente questo, e ora sta succedendo. I ghiacciai temperati, come quelli sulle Alpi, sono più suscettibili alle alte temperature. Ormai temo che per i ghiacciai sia tardi, bisognava intervenire 40 anni fa quando la scienza ha cominciato a lanciare allarmi”.
Il ghiacciaio in questione, poi, “poggia su una superficie molto ripida, e questo ovviamente accentua lo scivolamento, agevolato dall’acqua che si forma con il progressivo scioglimento e che scorre tra ghiaccio e roccia, facendo in pratica da lubrificante. La situazione è allarmante, in questi casi in una frazione di secondo crolla tutto. Ci vogliono giorni, settimane, nessuno può prevederlo con certezza”.
Colpa, ribadisce l’esperto, del cambiamento climatico: “Ormai, a fine settembre, in quelle zone dovrebbe essere già inverno, e invece fa caldo. Il ghiacciaio non regge temperature così elevate, si avvicina agli zero gradi e si scioglie“.
“Nei mesi scorsi altri eventi insoliti”
“Purtroppo dobbiamo abituarci a notizie come queste che arrivano dal ghiacciaio Planpincieux sul Monte Bianco. Già nel corso dell’estate altri ghiacciai sommitali avevano dato segnali di cedimento e avevano dato luogo a eventi insoliti”. Lo ha detto all’AGI Fabrizio De Blasi, ricercatore dell’Istituto Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche che insieme ad altri ricercatori dell’Universita’ Ca’ Foscari di Venezia studia la storia e l’evoluzione dei ghiacciai italiani con il progetto Ice Memory.
“Non è assolutamente normale – ha osservato – che quantità così importanti di ghiaccio, si parla di almeno 250.000 metri cubi, si muovano a quella velocità (50-60 centimetri al giorno). Il sindaco ha fatto bene a prendere questa misura preventiva” ha spiegato De Blasi. Il rischio concreto è quello di un distacco di una massa considerevole di ghiaccio, favorito anche dalla ripidità delle pareti del ghiacciaio.
“In questo periodo dell’anno – ha sottolineato ancora De Blasi – siamo abituati a misurare ritiri dei fronti dei ghiacciai, invece in questo caso stiamo verificando un avanzamento che però non è legato a precipitazioni nevose abbondanti” come invece avviene normalmente anche se a velocità molto più ridotte dell’ordine di uno e due centimetri al giorno. Il caso del ghiacciaio valdostano non e’ l’unico a destare preoccupazione.
“Sono diversi i ghiacciai tenuti sotto osservazione perché potrebbe subire crolli improvvisi” ha evidenziato. Come quello che si è verificato a luglio di quest’anno sullo Zermatt dove il crollo di un pezzo di ghiacciaio ha causato la liberazione di una grande quantità d’acqua che è poi scesa a valle causando un’alluvione.
E’ l’effetto del caldo insolito che si è registrato nel corso dell’estate anche a quote molto elevate. “In quel periodo sul Monte Rosa a 4500 metri di quota avevamo registrato 10 gradi centigradi alle otto di sera – ha risposto – è una temperatura talmente insolita che sciolse una grande quantità d’acqua in un ghiacciaio del MonteBianco che formò un vero e proprio lago all’interno di una conca valliva dove invece normalmente c’era un nevaio molto grande”.
Il sindaco di Courmayeur: “Non ci sono rischi per gli abitanti”
“Non ci sono rischi concreti per la località di Planpincieux né per gli abitanti. E non ci sono stati neanche evacuati”. Cosi’ il sindaco di Courmayeur, Stefano Miserocchi, al Tg1 a proposito del rischio di crollo del ghiacciaio Planpincieux sul Monte Bianco. “Le misure di protezione civile – ha spiegato – sono state prese in caso di collasso di questa massa generale. E’ una situazione che purtroppo è legata al cambiamento climatico e al fatto che le le elevate temperature media stiano sempre piu’ deteriorando i ghiacciai” ha sottolineato.