Medicina: il grasso del cuore può favorire lo scompenso

Il grasso che riveste il cuore può mandare K.O. le cellule miocardiche e favorire lo scompenso cardiaco. Ma solo nelle persone obese
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Il grasso che riveste il cuore può mandare K.O. le cellule miocardiche e favorire lo scompenso cardiaco. Ma solo nelle persone obese. E’ la conclusione di uno studio dell’università di Bari, presentato dai giovani ricercatori della Sid (Società italiana di diabetologia) al Congresso europeo sul diabete (Easd), in corso a Barcellona. Dalla conoscenza più approfondita di questi ‘mediatori’ del K.O. potrebbero derivare nuove terapie anti-scompenso.

“Obiettivo del nostro studio – spiega Stefania Porro, dell’Università di Bari – è stato quello di valutare se i mediatori cellulari rilasciati dalle cellule staminali adipose e dagli adipociti maturi del grasso epicardico fossero in grado di determinare alterazioni della vitalità e della funzione delle cellule progenitrici cardiache”. Ebbene, i risultati “hanno dimostrato, per la prima volta, che le cellule staminali e gli adipociti maturi del tessuto adiposo epicardico di soggetti obesi – sottolinea – producono mediatori cellulari in grado di ridurre la vitalità e le risposte biologiche delle cellule progenitrici cardiache. Al contrario, i mediatori cellulari rilasciati dalle cellule staminali adipose e dagli adipociti maturi isolati dal tessuto epicardico di persone normopeso, non determinano alcun effetto sulla vitalità e funzionalità”.

Attraverso ulteriori ricerche, l’equipe dell’ateneo barese cercherà di individuare i mediatori cellulari rilasciati dalle cellule adipose e dagli adipociti maturi del tessuto adiposo epicardico degli obesi, responsabili del danno miocardico. I risultati di questo lavoro di ricerca potranno consentire di mettere a punto strategie farmacologiche mirate, in grado di inibire l’azione dannosa dei mediatori cellulari del tessuto adiposo epicardico sulla vitalità e sulla funzione biologica delle cellule cardiache, con la finalità di ridurre l’elevato rischio cardiovascolare associato all’obesità e al diabete di tipo 2. “Questo studio – commenta il professor Francesco Giorgino, ordinario di Endocrinologia all’Università di Bari e a capo del gruppo di ricerca – dimostra per la prima volta un importante collegamento tra il tessuto adiposo che riveste il cuore, il tessuto adiposo epicardico, e lo stato di salute del cuore stesso: alcune sostanze prodotte da questo particolare tipo di tessuto nei soggetti obesi, possono danneggiare il cuore, aumentando il rischio di scompenso cardiaco, che è particolarmente elevato nelle persone con obesità o con diabete di tipo 2. Questi risultati potranno consentire di individuare nuovi mediatori di danno cardiovascolare nell’obesità e nel diabete di tipo 2”.

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