Protestano contro le emissioni di anidride carbonica e bruciano una Terra di carta emettendo anidride carbonica

Clima, i ragazzi del Fridays for Future inquinano l'atmosfera bruciando a Milano una Terra di carta pesta
  • Foto di Matteo Corner - LaPresse
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MeteoWeb

Poi qualcuno si infastidisce se li chiamiamo gretini. I ragazzini del “Fridays for Future” di Milano che stamattina hanno marinato la scuola con la scusa del clima, hanno concluso la loro manifestazione di protesta contro il riscaldamento globale bruciando un mappamondo di carta pesta. Gli hanno dato fuoco provocando una nube di fumo e cenere nel sagrato di piazza Duomo, sprigionando nell’atmosfera la tanto odiata CO2, l’odiata anidride carbonica. Sembra una barzelletta, invece è la realtà. E le istituzioni li esaltano: il Ministro dell’Istruzione li giustifica dall’assenza in classe, il presidente Mattarella, il premier Conte e molti Sindaci li aizzano a “continuare così” in uno scenario culturalmente surreale.

L’unica cosa che dovrebbero fare i nostri ragazzi, sarebbe invece proprio quella di stare a scuola e studiare le materie scientifiche per avere un reale approccio corretto alle problematiche ambientali e climatologiche.

L’immagine della Terra di carta pesta che brucia emettendo emissioni nocive e aria inquinata nell’atmosfera è in realtà soltanto il simbolo di quanto sia ipocrita questa protesta, e di quanto siano ignoranti questi ragazzi: sono la generazione più tecnologica e agiata della storia che pretende di vivere consumando e inquinando più di ogni altra generazione precedente. Contro chi e contro cosa protestano, quindi, se non contro se stessi?

Se davvero ci tenessero al clima e all’ambiente, dovrebbero rinunciare a tutte le comodità di cui non riescono a fare a meno: l’aria condizionata, l’acqua calda, gli smartphone, i computer, i televisori, la playstation, gli scooter, le automobili, gli aerei e qualsiasi altro strumento che concede agio e benessere utilizzando risorse naturali e inquinando. Cioè tutto. Anzichè bruciare una Terra di carta e ed esporre cartelli su tematiche di cui non conoscono neanche le basi, potrebbero andare a scoprire le bellezze della montagna, come facevano i loro genitori e ancora di più i loro nonni, passeggiando all’aria aperta e mangiando prodotti locali, svolgendo una vita più sana. Soltanto i loro comportamenti quotidiani potranno frenare l’inquinamento del pianeta e lo sfruttamento esagerato delle risorse naturali. Ma sono gretini e non lo capiscono, anche se la colpa è tutta di chi non li educa.

Quanti studenti e ragazzi che nel secolo scorso hanno lottato per i diritti civili, per la libertà di pensiero e di parola, per il suffraggio universale, per l’uguaglianza tra uomo e donna, per mille altri motivi universalmente più che validi e condivisibili, hanno ottenuto i loro risultati a colpi di manganellate e interrogatori della Digos?

In un mondo alla rovescia, oggi abbiamo ragazzini inconsapevoli della loro enorme ignoranza che protestano per l’ambiente contro “i grandi” che in realtà hanno vissuto in modo molto più eco-sostenibile di loro, e i grandi che li applaudono anzichè dargli un sonoro schiaffone. Tutti: genitori, insegnanti, presidi, sindaci, ministri, capi di Stato e mass-media.

Vogliamo essere ottimisti: questa moda del momento presto finirà. I pochi ma buoni emergeranno, come sempre, e anzi lo faranno in modo più agevole rispetto a tutta questa mediocrità. E proprio per questo, a maggior ragione da testata specializzata nelle scienze del clima, noi da queste gretinate prendiamo le più grandi distanze. La scienza è un’altra cosa.

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