Nuovi risultati nella cura contro l’Alzheimer: un farmaco sperimentale è in grado di bloccare la progressione della malattia. L’anticorpo in questione si chiama Aducanumab e è in grado di colpire la proteina beta-amiloide, tra le principali cause proprio della malattia di Alzheimer.
La proteina beta-amiloide è ormai nota tra gli esperti del mestiere in quanto è stata rilevata in chi soffre della “malattia della memoria”: nel cervello dei pazienti affetti da tale patologia sono infatti presenti delle placche senili che altro non sono che aggregati di tale proteina.
Secondo la ricerca il nuovo farmaco è in grado di rallentare la progressione del declino cognitivo, uno dei principali sintomi dell’Alzheimer, adesso si attende la richiesta l’autorizzazione per il farmaco sperimentale Aducanumab alla Food and Drug Administration, che è l’agenzia del farmaco americano. Per l’analisi del farmaco ci potrebbe volere però tra i 12 e i 24 mesi. Non è escluso anche la stessa richiesta alla European Medicines Agency, l’agenzia del farmaco europeo.
«Questo annuncio è importante perché Aducanumab, se approvato dalla FDA, sarà il primo farmaco capace di curare l’Alzheimer» ha spiegato all’ANSA Michele Vendruscolo, del dipartimento di chimica dell’Università di Cambridge ed esperto del settore. «Altrettanto importante è il fatto che Aducanumab dimostra che intervenire sull’aggregazione del peptide beta-amiloide è un approccio terapeutico efficace. Questa dimostrazione aprirà la strada per lo sviluppo di altri composti ancora più potenti per l’Alzheimer e per altre malattie neurodegenerative, inclusi Parkinson e sclerosi laterale amiotrofica».
«È interessante notare che l’abbandono iniziale di aducanumab era stato causato da un’analisi inaccurata dei risultati dei test clinici» conclude Vendruscolo. «Considerando però meglio i numerosi fattori che hanno contributo a tali risultati, i ricercatori sono riusciti a rivelare l’efficacia terapeutica del farmaco sperimentale».