Cimice asiatica: per la “xylella del nord” servono fondi straordinari

Il ministro Bellanova annuncia a Ferrara la disponibilità di 80 milioni di euro in tre anni a sostegno delle aziende colpite dalla cimice asiatica
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Sostegno economico immediato ai produttori agricoli attraverso l’attivazione di fondi straordinari nazionali e comunitari, impulso alla ricerca, facilitazioni per l’accesso a sistemi di difesa e prodotti fitosanitari ecosostenibili, sospensione della tassazione per le imprese agricole e accelerazione per l’introduzione della vespa samurai. Sono queste le istanze ribadite da Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna al ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, intervenuta questa mattina a Ferrara per un incontro in Prefettura dedicato all’emergenza cimice asiatica, alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura Simona Caselli, delle istituzioni locali e dei rappresentanti del mondo agricolo.

Possiamo considerare la cimice asiatica come la ‘Xylella del nord’: soltanto limitandoci alle drupacee e alle pere, i danni stimati nelle regioni settentrionali superano i 350 milioni di euro, con più di 486.000 giornate/uomo perse sul fronte dell’occupazione” commenta Carlo Piccinini, presidente Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna, federazione che rappresenta 425 cooperative agroalimentari con 55.500 soci e 18.700 lavoratori. “Il ministro Bellanova ci ha confermato di aver portato tale problema sui tavoli europei e questo è positivo: la cimice asiatica non si limita ad essere un’emergenza solo italiana, presto investirà altri Paesi della UE”.

Cimice AsiaticaSul fronte delle risorse, gli 80 milioni di euro annunciati per il triennio 2020-2022 sono una prima risposta a fronte di un problema di dimensioni ben più ampie – prosegue Piccinini – sul quale chiediamo interventi immediati e precisi, a partire dall’immissione più rapida possibile della vespa samurai sul territorio nazionale. Sappiamo che occorreranno almeno 5 anni per vedere risultati apprezzabili dall’azione di questo antagonista della cimice: nel frattempo, chiediamo al ministro di salvaguardare subito le nostre aziende agricole con misure straordinarie. Sono necessari ulteriori fondi nazionali e comunitari per sostenere chi ha perso migliaia di euro per ettaro coltivato e per garantire una continuità nelle produzioni. Parimenti, servono misure che sostengano i produttori sul fronte dei sistemi di difesa e dell’accesso a prodotti fitosanitari ecosostenibili. La Regione Emilia-Romagna ha già mosso passi importanti in questa direzione, ma occorre un sostegno a livello nazionale e da parte della UE”.

Occorre prevedere anche l’esonero dalla tassazione e dalle contribuzioni per le imprese agricole più colpite – commenta Roberto Crosara, presidente di Confcooperative Ferrara, presente all’incontro di questa mattina -: in Emilia Romagna, in particolare a Ferrara, si producono il 70% delle pere italiane e, a causa della cimice, gli imprenditori del settore hanno perso oltre 8000 euro per ettaro coltivato. Occorrono, inoltre, aiuti straordinari anche per le strutture cooperative frutticole di conferimento, senza che vengano meno quelli già stanziati in precedenza: servono interventi concreti e soprattutto rapidi o rischiamo di vedere scomparire un’intera filiera produttiva. Il ministro ha dimostrato di essere informato e pronto ad accogliere le nostre istanze, sottolineando anche la necessità di rivedere gli strumenti di gestione del rischio per gli imprenditori agricoli: quanto fatto sinora dimostra la vicinanza del Governo, ora occorre procedere con ulteriori iniziative a tutela della filiera”.

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