Dazi, Prandini (Coldiretti): “Intervenga subito l’unione europea”

"Non c’è tempo da perdere per un intervento dell’Unione Europea a sostegno delle imprese e cooperative danneggiate dai superdazi fissati da Trump""
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Non c’è tempo da perdere per un intervento dell’Unione Europea a sostegno delle imprese e cooperative danneggiate ingiustamente dai superdazi fissati da Trump per le esportazioni negli Stati Uniti, dove il rischio è la perdita definitiva di quote di mercato.

E’ quanto afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini a poco più di dieci giorni dall’entra in vigore delle nuove tariffe punitive previste nella black list decisa dalla Rappresentanza Usa per il commercio (Ustr). Occorre far scattare subito sostegni che consentano di compensare i danni provocati dalla guerra commerciale che – sottolinea Prandini – colpisce in un mercato strategico per il Made in Italy settori determinante dell’agroalimentare nazionale, peraltro non coinvolti nella disputa sugli aiuti a Boeing e Airbus.

Dai formaggi ai salumi ma anche agrumi e succhi ci sono beni alimentari per un valore delle esportazioni Made in Italy di circa mezzo miliardo di euro colpiti da dazi aggiuntivi che – sottolinea la Coldiretti – provocano il rincaro dei prezzi al consumo ed una preoccupante riduzione degli acquisti da parte dei cittadini e ristoratori statunitensi. A beneficiare della situazione è la lobby dell’industria casearia Usa (CCFN) che – riferisce la Coldiretti – ha esplicitamente chiesto con una lettera di imporre tasse alle importazioni di formaggi europei al fine di favorire l’industria del falso Made in Italy e costringere l’Unione Europea ad aprire le frontiere ai tarocchi a stelle e strisce.

Le brutte copie dei prodotti caseari nazionali hanno avuto una crescita esponenziale negli ultimi 30 anni raggiungendo complessivamente i 2,5 miliardi di chili ed è realizzata per quasi i 2/3 in Wisconsin e California mentre lo Stato di New York si colloca al terzo posto. In termini quantitativi in cima alla classifica – conclude Coldiretti – c’è la mozzarella con 1,97 miliardi di chili all’anno, seguita dal Parmesan con 192 milioni di chili, dal provolone con 181 milioni di chili, dalla ricotta con 113 milioni di chili e dal Romano con 25 milioni di chili realizzato però senza latte di pecora, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Usda, il Dipartimento dell’agricoltura statunitense.

 

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