La guerra della Turchia in Siria degenera: “bambini feriti con napalm e fosforo, a Ras al-Ain scenario agghiacciante”

Guerra in Siria, l'accusa pesantissima alla Turchia: "a Ras al-Ain stanno usando armi globalmente vietate come fosforo e napalm"
MeteoWeb

Le autorità curde nel nordest della Siria accusano la Turchia di usare armi vietate come napalm e munizioni al fosforo bianco, accusa che Ankara smentisce. “L’aggressione turca sta usando tutte le armi disponibili contro Ras al-Ain“, affermano le autorità curde in una dichiarazione diffusa nell’ottavo giorno di offensiva turca. “Affrontando l’ovvio fallimento del suo piano, Erdogan sta facendo ricorso ad armi che sono globalmente vietate come fosforo e napalm“, prosegue il comunicato. Il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, nega le accuse: “È cosa nota a tutti che non ci sono armi chimiche nei magazzini delle forze armate turche“, ha detto ai giornalisti, accusando i curdi siriani di “usare loro le armi chimiche nel tentativo di incolparci“.

Un portavoce delle Forze democratiche siriane, l’esercito de facto della regione autonoma del Kurdistan, ha invitato le organizzazioni internazionali a inviare esperti: “Invitiamo le organizzazioni internazionali a mandare le loro squadre per indagare su alcune ferite riportate negli attacchi“, ha detto sui social network Mustefa Bali, aggiungendo che “nelle strutture mediche nel nordest della Siria mancano team di esperti“. L’Osservatorio siriano per i diritti umani, gruppo di monitoraggio con sede nel Regno Unito e un’ampia rete di fonti sul terreno, dice di non poter confermare l’uso di napalm e fosforo bianco, ma il suo direttore Rami Abdel Rahman riferisce che c’è stato un aumento di ferite per ustioni negli ultimi due giorni e la maggior parte delle vittime proviene dalla zona di Ras al-Ain. Funzionari curdi hanno pubblicato sui social network un video che mostra bambini con ustioni e un medico della provincia di Hasakeh afferma che sono compatibili con l’uso di armi vietate.

Nel mirino delle accuse c’è la Turchia e non è la prima volta che accade. Dal 2016 il Paese del sultano Recep Tayyip Erdogan ha lanciato tre operazioni militari nella vicina Siria, è già stato accusato per l’uso di armi proibite e Ankara è già stata costretta in passato a respingere simili addebiti. E’ il gennaio del 2018, l’epoca dell’operazione ‘Ramoscello d’ulivo’ nella regione di Afrin, nel governatorato siriano di Aleppo. I militari turchi vengono accusati dai curdi siriani di aver utilizzato bombe al napalm in un bombardamento nella zona di Afrin. La Turchia si affretta a smentire. Lo Stato Maggiore turco nega l’uso di “napalm, armi chimiche, biologiche o simili vietate dal diritto e dagli accordi internazionali“, smentendo categoricamente le notizie “che cercano di mettere in dubbio la legittimità” dell’operazione ‘Ramoscello d’ulivo’.

Ora, con l”Operazione fonte di pace’, tornano gli stessi timori, le stesse accuse. A corroborare le accuse ci sono le dichiarazioni di un medico curdo, Manal Mohammed, responsabile del Rojava Health Board. All’emittente Rudaw denuncia come le persone ricoverate negli ospedali di Ras al-Ayn presentino “ferite per nulla comuni“, che fanno temere siano “state usate armi non convenzionali“. Ankara ribalta le accuse: “E‘ un fatto noto che non abbiamo armi chimiche – dichiara il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar – Stiamo raccogliendo informazioni secondo cui i gruppi terroristici proveranno a usare armi chimiche per poi far ricadere la colpa sulle nostre Forze Armate“. Il governo di Ankara considera “terroristi” i miliziani curdi siriani.

Intanto le autorita’ curde nel nord-est della Siria chiedono corridoi umanitari per evacuare i civili dalla citta’ sotto assedio turco di Ras al Ayn, dopo che un ospedale della citta’ e’ stato colpito, lasciando in trappola al suo interno pazienti e personale sanitario. “L’appello umanitario urgente”, che si rivolge “alla comunita’ internazionale, alle organizzazioni per i diritti umani, alla Lega araba, alla Federazione russa e alla Coalizione internazionale”, riguarda la stessa localita’ dove nelle scorse i curdi avevano denunciato raid turchi con armi chimiche vietate come “fosforo bianco e napalm”.

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