All’Earth Summit di Rio de Janeiro del 1992, la 12enne Severn Cullis-Suzuki ha esortato il mondo a salvare il pianeta. Ora, 27 anni dopo, la canadese è una fervente sostenitrice di Greta Thunberg, una “potente” forza che sta chiedendo ai leader del mondo di rendere conto delle loro azioni. “Sono solo una bambina e non ho tutte le soluzioni, ma voglio che vi rendiate conto che non le avete neanche voi!”, ha detto Cullis-Suzuki ai capi di stato a Rio, aggiungendo: “Se non sapete come sistemare tutto questo, per favore, smettete di distruggerlo!”.
27 anni dopo, le sue parole sembrano quelle di Greta, la 16enne attivista svedese che alle Nazioni Unite ha accusato i leader mondiali di averle “rubato i sogni e l’infanzia” con le loro “parole vuote” sul clima in nome delle “favole di un’eterna crescita economica”.
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Cullis-Suzuki, figlia della scrittrice Tara Elizabeth Cullis e dell’attivista ambientale David Suzuki, ora ha 39 anni e ricorda ancora cosa si prova a stare davanti ai leader mondiali, chiedendo loro di evitare un disastro ecologico: “Quando guardo indietro, penso: Wow, che bel discorso! Non tutti i miei discorsi sono come quello ed è perché ci eravamo esercitati molto. Eravamo pronti”, riporta il Times Colonist. Lei, insieme ad un gruppo di altri 4 giovani attivisti, aveva messo da parte del denaro per poter raggiungere Rio. Per due settimane, hanno cercato di comunicare il loro messaggio ambientale. Cullis-Suzuki ha detto che a Rio sono stati firmati diversi accordi ambientali che per gli standard di oggi sembrerebbero radicali, quindi ha sentito che il mondo stesse davvero ascoltando. “Ma poi siamo entrati in alcuni dei decenni peggiori in termini di degrado ambientale e di disparità di ricchezza e potere. Quindi credo che siamo stati ascoltati, ma la domanda è perché siamo andati nella direzione opposta?”, si chiede Cullis-Suzuki.
Dopo Rio, Severn si è unita alla commissione della Earth Charter, una dichiarazione internazionale di valori fondamentali per “costruire una società globale sostenibile e pacifica nel XXI secolo”. Ha continuato a studiare ecologia, biologia evolutiva ed etnobotanica ed ha assistito l’ex segretario generale dell’ONU, Kofi Annan, al World Summit on Sustainable Development di Johannesburg nel 2002.
Cullis-Suzuki oggi vive alle isole Haida Gwaii, un arcipelago canadese nel Pacifico, con il marito e i loro bambini e sta preparando la sua tesi di dottorato sulle lingue in pericolo, con particolare attenzione a quella delle popolazioni Haida. La diversità culturale e la biodiversità sono “parti dello stesso processo”, dice. Ovunque, le comunità indigene hanno dimostrato che sanno come “gestire i loro ecosistemi e le loro risorse”, come i Kayapò dell’Amazzonia brasiliana che stanno vivendo “nell’ultima linea di difesa prima delle ruspe che stanno mangiando il pianeta”.
Le Haida Gwaii, prima conosciute come Isole Regina Carlotta, intendono abbandonare i combustibili fossili entro il 2023, un obiettivo ambizioso per questo arcipelago di 10.000km², che dipende dai generatori diesel e ha un solo impianto idroelettrico. Severn e la sua famiglia vivono con i prodotti locali che derivano dalla pesca, dall’agricoltura e dalla caccia. Viaggia anche meno di quello che era abituata a fare. “Per anni ho parlato di azioni individuali ma non può dipendere solo dagli individui, perché viviamo tutti in una grande struttura distruttiva. Adesso la nostra economia ha completamente sostituito i nostri valori culturali. Dobbiamo chiederci: una decrescita significa una minore qualità della vita? No”, sostiene Severn.
“Adesso abbiamo i cambiamenti climatici che influenzano molto tutti e non abbiamo il tempo di aspettare un’altra generazione”, afferma. Dice di ammirare Greta e tutti i giovani attivisti che stanno organizzando manifestazioni e proteste. Nonostante Cullis-Suzuki abbia vissuto alcune reazioni negative per il suo discorso a Rio, dice che non sono paragonabili al livello di odio che sta ricevendo Greta sui social media. “È assolutamente scioccante. È così intenso”, ha detto, aggiungendo di essere rattristita da quanto sia degradato il linguaggio nella sfera pubblica. “Guardate il linguaggio che usa il Presidente degli Stati Uniti: sta degradando il commento pubblico ed è orribile”, ha affermato. Severn attribuisce gli attacchi personali a Greta, che soffre della sindrome di Asperger, al fatto che gli adulti si sentano minacciati da una bambina che li ritiene responsabili: “Lei è potente. Sta mettendo in imbarazzo questi leader. E sta chiedendo una rivoluzione, naturalmente è ostacolata. Cercano di metterla a tacere. Questa giovane donna, di cui le persone si prendono gioco per il suo aspetto, spero solo che abbia sostegno spirituale e personale”.
Severn sostiene che anche se il riscaldamento globale sarà limitato a 1,5°C, i suoi bambini vedranno ancora grandi cambiamenti e tempi difficili. Ma è anche speranzosa perché la natura è resistente: “Se diamo una possibilità alla natura, lei si rigenererà. Non conosciamo il futuro. Non possiamo cancellarlo perché non sappiamo cosa succederà. Due anni fa, nessuno sapeva chi fosse Greta Thunberg, chi sapeva che sarebbe emersa e avrebbe innescato un movimento mondiale? Ha già cambiato le carte in tavola. La fine dei tempi è qui. E significa molto, ecco perché dobbiamo fare del nostro meglio per fermarla”. Sono passati 27 anni ma sembra che Severn Cullis-Suzuki abbia mantenuto il suo spirito ecologista e soprattutto quella terminologia che ancora oggi è presente nelle dichiarazioni di Greta e del suo movimento, terminologia che attira non poche critiche dalla comunità scientifica.